“Con le mani mi racconto”. Questo è il concept del progetto Talking Hands, laboratorio permanente di design e innovazione sociale nato nel 2016. I partecipanti possono qui creare le proprie forme d’arte e narrazione attraverso l’attività progettuale manuale. Questo è uno strumento d’inclusione sociale che fornisce occasioni di lavoro. Rifugiati e richiedenti asilo producono oggetti che che venderanno in una gara di iniziative di solidarietà.
Perchè il nome Talking Hands
“Abbiamo pensato alle mani parlanti, per lanciare un messaggio.
Se la vita ti ha tolto tutto. E non possiedi più niente. Neppure un titolo di cittadinanza.
Non significa che qualcuno possa toglierti il desiderio di rimetterti in gioco.
Il progetto nasce con l’idea di sottrarre all’inattività una parte delle persone presenti negli “hot spot” con un percorso di inclusione sociale.
Moda e integrazione in società
Una parte del progetto si basa sulla moda. Un esempio. A Treviso ha nasce la capsule collection Mixitè, realizzata da immigrati africani che hanno combinato le loro conoscenze con il made in Italy. Il laboratorio si affida a tessuti di recupero provenienti dal Lanificio Paoletti di Follina. Questo per raggiungere l’obiettivo primario di ottenere prodotti di qualità: da kimono, a giacche, pantaloni e accessori.