La seta è sempre stata sinonimo di eleganza e femminilità; per questo motivo questo tessuto è sempre stato una scelta preferita nella creazione di un prodotto moda di lusso. Sono molti stilisti e consumatori non vogliono rinunciare a questa fibra, nonostante sia considerata non amichevole con gli animali. Per fortuna stiamo attraversando per un momento di cambiamento di mentalità nel settore della moda e altre opzioni iniziano a essere considerate. Esempio di questo la scelta dal stilista Tiziano Guardini; vincitore del Franca Sozzani Green Carpet Challege Fashion Aword 2017; per una delle sue creazioni in seta Ahimsa conosuta anche come Silk of Peace. Il nome di questo tessuto deriva dal sanscrito “evitare la violenza” “non violenza”.
Processo per ottenere la seta
Per capire la differenza tra questi due tipi di seta, dobbiamo conoscere il processo a cui ognuno subisce; Ahimisa è ottenuto da bozzoli del bruco cinese Bombyx Mori, che da adulto forma un bozzolo con la propria saliva dove rimane per circa due settimane fino a quando non diventa una falena. In altre parole, il bozzolo non viene utilizzato fino a quando l’animale non è partito. Il bozzolo viene distrutto, quindi ne serve una quantità maggiore di bozzoli per produrre il filo. Questo allunga il processo e ne aumenta il prezzo, ma non supera la qualità.
Qual’è la differenza con il processo tradizionale? bene, nel processo della seta tradizionale, i boccioli vengono depositati in contenitori con carte speciali; dopo che sono trascorsi 35 giorni da quando le uova si schiudono, i vermi iniziano a girare un bozzolo attorno a se stessi, fino a quando non vengono chiusi, a quel punto la maggior parte dei vermi viene introdotta in acqua bollente, causando così la loro morte.
“Adoro la seta ma non mi piaceva l’idea che per produrla i bruchi dovessero essere gettati in acqua calda anche quando erano vivi.” Dice lo stilista.
Coscienza nella Moda Green
Siamo di fronte a una nuova generazione di designer interessati a coinvolgere tessuti e processi green all’interno delle loro collezioni. Per questo motivo ho voluto parlare di Tiziano Guardini; un designer romano, che estende il suo impegno per la moda sostenibile all’uso di altri materiali come il denim del marchio ISKO che contiene una miscela di materiali riutilizzati o riciclati e l’uso di filati rigenerati, ottenuti da prodotti destinati a essere scartati; come vecchie tapeti o reti da pesca. Nella sua maglieria ART ATLAS ha la colaborazione di la azienda peruviana che produce i suoi tessuti a base di fibre naturali come cotone organico, alpaca, lana, seta, angora, tra gli altri.
Al momento i loro capi non possono essere acquistati sul loro sito web, ma lascio qui il loro instagram in modo che possano tenere il passo con le loro creazioni.