WHATaECO è un e-commerce nato alla fine del 2020 a Modena. Le fondatrici sono Benedetta Spattini e Caterina Lotti e il loro obiettivo è quello di offrire il più vasto catalogo possibile di prodotti etici e sostenibili, attraverso una piattaforma che sia anch’essa sostenibile. WHATaECO dà infatti la possibilità di avere facile accesso a beni quotidianamente necessari, che siano però selezionati con cura. Il tutto senza provocare un impatto negativo sul Pianeta.
L’offerta di prodotti è la più disparata: si va dall’abbigliamento, alla cosmesi, alla sezione per bambini, fino alle esperienze; tutti i brand presenti sulla piattaforma rispettano i criteri di eticità e sostenibilità. Ma cosa significa gestire un e-commerce sostenibile?
Abbiamo chiesto a Benedetta Spattini quali sono i pilasti su cui si fonda la sua start up: “Innanzi tutto l’etica. Per ora siamo un team abbastanza ristretto, ma abbiamo comunque redatto un nostro codice etico, che chiediamo di firmare a tutti i nostri partner, in modo tale da responsabilizzare tutte le realtà che lavorano con noi rispetto a quelli che sono i nostri valori.“
Il secondo punto fondamentale è la scelta di adottare il metodo del dropshipping.
Il dropshipping
Uno dei maggiori problemi degli e-commerce sono le emissioni legate al sistema di spedizioni. Usare un servizio di dropshipping significa avere un inventario online, senza un magazzino fisico. Le spedizioni avvengono così direttamente fra produttore e acquirente, senza passare da un punto di stoccaggio. Questo permette di ridurre drasticamente l’impatto sul pianeta: non solo le spedizioni si riducono in termini di numero e di chilometri percorsi, ma vengono meno tutte quelle emissioni legate alla presenza fisica di un magazzino, come quelle derivanti dal consumo di energia elettrica. Un altro problema del magazzino è l’invenduto: spesso è infatti più conveniente distruggere le rimanenze che fare dei resi ai fornitori; questo inevitabilmente produce un’enorme quantità di rifiuti.
Prosegue Spattini: “quello che abbiamo riscontrato era un’esigenza da parte dei brand sostenibili di rafforzare il loro messaggio e farsi conoscere da più persone possibili; mentre per i clienti di avere un canale dove ci fossero dei prodotti già selezionati. Su internet purtroppo è spesso difficile capire cosa sia greenwashing e cosa sia invece valido. Per il consumatore diventa quindi difficile fare una scelta consapevole, per quanto ci sia la volontà. Quello che abbiamo capito è che non c’era bisogno di un’altro magazzino a Modena che venisse riempito di prodotti che provenivano da tutta l’Unione Europea, e che avrebbero dovuto poi fare altrettanta strada per arrivare ai clienti. C’era piuttosto bisogno di creare un collegamento fra la domanda e l’offerta.“
WHATaECO inoltre si è proposta ad alcuni brand come una piattaforma extra rispetto ai propri canali di vendita, diventando un’occasione per smaltire delle rimanenze di magazzino.
Il packaging WHATaECO
Oltre al sistema di spedizioni bisogna fare attenzione anche al packaging utilizzato. Come prima cosa, essendo il produttore a fare direttamente la spedizione, si evita di duplicarlo. Vengono date poi delle linee guida per dei packaging eco-compatibili: assenza di plastica, volume ridotto al minimo, riutilizzo di materiali da imballaggio. Infine, lo scotch viene sostituito da un nastro di carta e colla naturale, brendizzato WHATaECO.
In questo modo il cliente, in base al marchio da cui sceglie di acquistare, ha un’esperienza sempre diversa in termini di personalizzazione del packaging, ma allo stesso tempo il visual comune dato dal nastro adesivo fa capire che il prodotto arriva da WHATaECO.
Il problema dell’inquinamento digitale
Un altro problema legato ad un’attività di e-commerce è quello dell’impronta ecologica digitale:
“creare una piattaforma come WHATaECO, che vanta oltre 3000 prodotti, più di 170 brand tra Italia e estero, e migliaia di visualizzazioni online, comporta un consumo di energia ingente. Pensiamo per esempio che una mail con allegato inquina quanto una lampadina accesa tutto il giorno; insomma, l’impatto è veramente importante. Abbiamo quindi deciso fin dall’inizio che dovevamo alimentarci ad energia pulita. Cosa che è fattibile, anche se significa investire un po’ di più. Secondo noi però, la sostenibilità, l’etica, e la coerenza progettuale vengono prima del profitto in se’.”
Obiettivo startup carbon neutral e progetti futuri
Dove non è possibile evitare le emissioni, c’è la possibilità di compensare. Le fondatrici di WHATaECO hanno deciso di supportare un progetto di tutela ambientale ogni anno. Nel 2020 il loro partner è stato EcoTree, che si occupa della tutela delle foreste in Europa, mentre nel 2021 hanno lavorato insieme a Worldrise, per la protezione del Mar Mediterraneo.
WHATaECO è nata dando la garanzia carbon neutral delle spedizioni, ma l’obiettivo nel breve futuro è quello abbattere le emissioni di tutta la startup; emissioni derivanti per esempio dalle ricerche online, dalle social adv, dal commuting dei collaboratori, dalle utenze, e così via.
Al momento Benedetta Spattini e Caterina Lotti stanno inoltre lavorando a un servizio di chatbot, con l’intenzione di migliorare il customer service. Per loro, essere accessibili e pronte a rispondere a domande su qualsiasi tema, sui progetti, sui prodotti, sulle spedizioni, è sinonimo di trasparenza, e questo ha permesso loro di instaurare un rapporto di fiducia con i clienti.
Infine, avendo già clienti che fanno acquisti dall’estero, e avendo predisposto una piattaforma bilingue, il naturale sviluppo del progetto è quello di allargarsi in maniera più strutturata anche all’Europa, cosa su cui le due fondatrici stanno già lavorando attivamente.