Comprare oggetti di seconda mano è un’ottima alternativa per chi vuole fare acquisti più sostenibili. Ma quali sono le opzioni a disposizione? Ovviamente i classici mercati e mercatini dell’usato; da qualche anno a questa parte però, l’offerta si è fatta sempre più vasta e, soprattutto, digitale.
I primi mercati sul web a diventare popolari nel nostro paese sono state piattaforme come E-bay e Etsy. Negli anni anche questo settore si è evoluto, diventando più smart, accessibile e graficamente accattivante. Oggi ci sono infatti diverse app che ci permettono di acquistare o vendere in modo intuitivo, veloce e gratuito qualsiasi tipo di prodotto, dall’abbigliamento, all’arredamento per la casa, ai giocattoli per bambini. Abbiamo deciso di parlarvi di alcune di queste app.
Wallapop
Wallapop nasce nel 2013 a Barcellona da un’intuizione di Agustín Gómez: riprodurre online il modello del mercatino dell’usato, al quale le persone possano accedere direttamente dal proprio smartphone. L’app, semplice e intuitiva, è in grado di connettere venditori ed acquirenti tramite geo-localizzazione.
Le persone possono così comprare e vendere prodotti nel loro quartiere o città, o a distanze maggiori, usando Wallapop Spedizioni, il sistema di spedizione della piattaforma.
Comprare oggetti di seconda mano aiuta a creare un’economia circolare, punto che per gli sviluppatori è stato importante fin dall’inizio. Come spiega Giuseppe Montana, Head of Internationalization di Wallapop: “La filosofia di Wallapop si basa su tre pilastri fondamentali: Accessibilità, Opportunità e Sostenibilità. Quest’ultima è intrinseca nel progetto stesso di Wallapop perché, appunto, facilitando la compravendita si contribuisce alla tutela dell’ambiente e al consumo responsabile, allungando la vita di prodotti già esistenti.“
Attualmente l’app ha 15 milioni di utenti e, nell’arco degli otto anni, dal 2013 a oggi, ha facilitato la compravendita di circa 180 milioni di prodotti. Le categorie di prodotti sono vastissime, e vanno dalla classica sezione di capi d’abbigliamento, a gadget per lo sport, a automobili e perfino servizi.
Per quanto riguarda la vendita: l’intero guadagno va al venditore, mente le spese di spedizione (nel caso ce ne fossero) sono a carico dell’acquirente.
Vinted
Creata in Lituania nel 2008 da Milda Mitkute e Justas Janauskas, poi lanciata negli Stati Uniti nel 2010, Vinted è ora disponibile in più di 20 paesi. Viene utilizzata soprattutto per vendere e acquistare capi di abbigliamento come vestiti, scarpe e accessori; ma vi si possono trovare anche altri articoli, come libri o oggettistica per la casa.
Il motto è facile e accattivante: fai spazio in casa e guadagna vendendo su Vinted. Ad oggi sono 50 milioni gli utenti iscritti sulla piattaforma. Anche in questo caso l’intero ricavato rimane al venditore, mentre le spese di spedizione e la commissione del sito sono a carico del compratore. L’offerta è molto varia, così come il range di prezzo dei prodotti.
Thomas Plantenga, ceo di Vinted racconta che: “la nostra esperienza a livello di app e tecnologia ha portato l’abbigliamento di seconda mano al livello successivo. I nostri team si sforzano di rendere attraente la proposta di Vinted sia per gli acquirenti che per i venditori, con elenchi gratuiti e illimitati, vendite più veloci, ottime offerte di spedizione in tutta Europa, varietà illimitata dell’offerta di moda e l’opportunità di scegliere soluzioni di pagamento sicure e un team di supporto a disposizione 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Alla fine, la comunità ha creato insieme la più variegata collezione di moda di seconda mano in Europa.“
Depop
Simon Beckerman è il fondatore di Depop, startup nata a Treviso nel 2011, e recentemente acquistata dal marketplace americano Etsy.
L’app funziona come un mercato globale, e permette di vendere, acquistare e prendere ispirazione sui nuovi trend. Su questa piattaforma si possono infatti trovare capi di abbigliamento e accessori firmati, rigorosamente di seconda mano. La rapida crescita della piattaforma è dovuta anche al forte interesse dei consumatori della Generazione Z: stilisti, designer, creativi, amanti del vintage o collezionisti di sneakers. Ma anche all’interesse di personaggi di spicco, come Chiara Ferragni o Bianca Balti.
“La nostra missione è ridefinire l’industria della moda nello stesso modo in cui ha fatto Spotify con la musica o Airbnb con gli alloggi di viaggio”, aveva detto nel 2019 Maria Raga, ceo di Depop, in un’intervista a TechCrunch.