Forest

“Foresta in cammino”

Il camminare, il pensare e il sentire della Foresta

“Foresta in cammino” può essere inteso come un percorso di osservazione e studio su alcuni stimoli provenienti da diverse discipline. Fornisce suggerimenti per combattere il degrado (anche antropologico) che stiamo vivendo come abitanti di questo pianeta. Per “mettere a fuoco” gli occhi, come stringere le pupille per vedere meglio, ricorre alla narrazione. Ci parla del Camminare, del Pensare, del Viaggiare, dell’Ascoltare, del Ragionare e del Sentire della Natura, una Natura incarnata da una delle sue creazioni più riuscite: la Foresta. Ci suggerisce come potremmo e dovremmo empatizare con questa, con una foresta (e una natura) sempre in movimento come individualità composita, ma individuale “in carne e ossa”.

Pocket Jungle

La “Foresta in cammino” vorrebbe essere anche una risposta a coloro che pensano (e forse sostengono), in modo un po’ esagerato (ma con un fondo di verità), che ci stiamo avvicinando alla fine dell’architettura. In nome di un’imminente disciplina futuristica puramente tecnocratica, il libro si oppone ai concetti d’immersione e lettura come strumenti per l’esplorazione della qualità.

Una giungla, una Pocket Jungle, si può ottenere facilmente con alberi e piante in aree strategiche, con la fitodepurazione di aree contaminate e con la costruzione di giardini produttivi. Soprattutto, possiamo ottenere una Pocket Jungle lasciandola a chi sa cosa fare: le piante stesse. Potrebbero raggiungere questo obiettivo convertendo le superfici minerali in pareti vegetali, riqualificando aree abbandonate o degradate e implementando la sensibilizzazione, la divulgazione e la co-progettazione in proposte che coinvolgano gli abitanti. Lavorare negli interstizi, nelle riduzioni, nei trasferimenti. Contenendo i punti di distanza, la diffusione e la gentrificazione della griglia urbana. Dove le contraddizioni sono più evidenti. Perché è dovere di tutti ascoltare gli allarmi e provare a disattivarli.

Foresta in cammino de Marco Nardini
“Foresta in cammino” di Marco Nardini

Imparare dalla natura

“Foresta in cammino” è quindi (apparentemente) un paradosso. La Foresta non “dovrebbe” camminare. Ma, forse, le cose non stanno proprio così.
In ogni “ragionamento alla rovescia” c’è anche un dato di fatto, una scintilla di saggezza. La scintilla nasce pensando più al “vuoto” che al “pieno”, al contenitore che al contenuto, partendo dalla Città che cammina di Archigram, al Genius Loci fino al Genius Naturae citato da Gilles Clément. “Se gli uomini costruissero città e immaginarono di poter camminare sulla terra, la città delle piante, la foresta, grande come l’Amazzonia o piccola come il mio giardino, ci ha sempre camminato dentro. E ci cammina intorno”.

Se gli uomini costruissero città e immaginarono di poter camminare sulla terra, la città delle piante, la foresta, grande come l’Amazzonia o piccola come il mio giardino, ci ha sempre camminato dentro. E ci cammina intorno

La belleza de la naturaleza
La bellezza della natura

È un paradosso, quindi, raccontare la storia di questa nazione brillante e ingegnosa che è la famiglia delle piante, un sistema duplice, a volte eretico, sospeso tra misura ed eccesso. È un sistema che fornisce anche una grande prospettiva. Le piante ci parlano del pianeta e della sua storia e ci mostrano il movimento, le aggregazioni, le acclimatazioni e le collaborazioni. Sono motori di cambiamento e di ripensamento, anche nei luoghi abitati. Offrono un’opportunità: superare la sensazione che qualcuno abbia già inventato il nostro futuro.

Prendiamo lezioni dalle piante: la complessità della loro società, la capacità di sostegno reciproco, la funzione del tempo come fattore di equilibrio sono il loro essere nel mondo.

Perché la Foresta in Cammino?

Chi dice che una pianta non si muove, non l’ha osservata abbastanza attentamente. Potete vedere una bella famiglia di erbe, provenienti da un terreno agricolo vicino, migrare nel vostro giardino. Studiando i processi biologici e osservando i sofisticati ed efficienti esempi di “economia circolare” nell’uso di risorse e materiali adottati dal mondo vegetale, si possono cogliere informazioni uniche. È un po’ come guardare un mondo capovolto, che si comporta in modo molto diverso da come ci aspetteremmo. Questo però, è il modo migliore per fare scoperte. La condizione di ciò che è naturale non può essere ridotta o assimilata, anche perché la foresta è forse l’ultimo rifugio dello spirito e dell’uomo.

Bosque
Foresta

Risorse e crescita

È evidente che le risorse limitate non possono sostenere una crescita illimitata. Oggi (nonostante gli enormi progressi) l’ambiente continua a deteriorarsi. Inoltre, i valori che ne esprimevano l’unicità e l’importanza sembrano essersi persi. L’aumento dell’efficienza ha anche accelerato il tasso di consumo delle risorse, cosicché i guadagni di efficienza non hanno ridotto ma piuttosto aumentato il consumo di risorse, soprattutto quelle non rinnovabili.

“Foresta in Cammino” mette in gioco tutto ciò che sappiamo (e anche ciò che non sappiamo) sulla Natura. Ci sfida a riflettere, anche se al momento non siamo in grado di capire. Con la sua “semplice complessità”, diventa un mantra sempre più comprensibile che, una volta trasmesso, diventa reale. Lo noteremo sempre come se fosse sempre stato lì.

A dicembre verrà pubblicata anche la versione inglese di “Foresta in cammino” con il titolo “Being Forest”.

“Foresta in cammino”

Sito Web “The Walking Forest”

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