“Cost per wear” è davvero la soluzione sostenibile che cerca da anni l’industria tessile?
Ogni giorno vengono prodotte dalle fabbriche tessili quantità enormi di capi di abbigliamento fatti al 60% da fibre sintetiche ricavate dal petrolio. Contemporaneamente, abiti “vecchi” vengono gettati via perché non più utilizzabili o peggio, non più “di moda”. La maggior parte di questi abiti finiscono nell’ambiente inquinandolo ( il 35% delle micro-plastiche che entrano nell’oceano provengono dalla fashion Industry). Solo una piccola selezione è riciclabile.
Bisogna ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile
Quando entriamo in un negozio notiamo un capo che ci piace. La nostra prima azione è guardare l’etichetta per vedere il prezzo. Poi, se siamo disposti a spendere quanto indicato, cerchiamo la taglia giusta e ci dirigiamo nei camerini.
Vivendo in una società dove tutto è costoso, la maggior parte della popolazione cerca sempre di risparmiare, soprattutto quando si acquistano vestiti.
Un dato che fa riflettere e che rispetto al 2005, nonostante la percentuale delle vendite sia in costante aumento, il numero di utilizzi di un singolo capo è diminuito del 36%.
Il costo di un indumento riflette la sua qualità.
Se compriamo un vestito ad un prezzo basso, la qualità del vestito stesso non sarà delle migliori. Dopo un breve periodo, o non ci piacerà più il materiale del capo in questione o l’indumento si romperà. Se inizialmente può sembrare più conveniente spendere una ventina di euro per una maglietta, la realtà potrebbe essere decisamente diversa.
Cost per Wear: il costo vale l’abito?
Quando acquistiamo quasi sempre ci dimentichiamo del “Cost Per Wear”.
Con cost-per-wear o il suo acronimo CPW, si intende un idea per cui il costo effettivo di un abito viene calcolato in relazione al numero di volte che si è indossato l’indumento.
Cost per Wear come funziona
Immaginate di comprare un jeans a 20 euro. Lo indossate dieci volte e poi si rompe. Il suo Cost Per Wear sarà di circa 2 euro. La vostra amica, invece, decide di acquistare un jeans che costa 70 euro e lo utilizza sessanta volte. Il suo Cost Per Wear sarà di circa 1,15 euro. Nonostante si tratti di dati puramente casuali, potete notare come un jeans ad un prezzo apparentemente conveniente in realtà nasconda un CPW molto alto.
Cost per Wear: l’opinione di designers e attivisti
Del cost per wear si parla molto anche sui social, dove designers e attivisti incitano la popolazione a compiere acquisti più consapevoli chiedendo loro di cambiare il proprio “stile di acquisto”. Se pur non esista una risposta esatta, si tende a pensare che per rendere un capo sostenibile bisogna indossarlo almeno tra le 30 e 100 volte, come suggerito dall’attivista Livia Firth (#30wears challenge) e dalla sustainable stylish Roberta Lee (#100wears challenge).
Carmela Osorio Lugo e Cost per Wear
Carmela Osorio Lugo, designer venezuelana molto attenta alla sostenibilità dei vestiti che indossa e progetta, ha pubblicato recentemente un video su TikTok e Instagram con un messaggio molto chiaro per la sua community: evitate lo shopping compulsivo.
Sono tanti in negozi fisici e online che vendono abbigliamento di qualità discreta ad un prezzo molto basso per incoraggiare l’acquisto di più capi (Fast Fashion). Carmela chiede hai suoi followers di fermarsi e riflettere prima di procedere all’acquisto.
…normalmente, e non mentire, utilizzerai quei capi 3 volte e poi li butterai…successivamente, tornerai in quel negozio e comprerai altri vestiti…se fossi intelligente, anziché comprare e buttare, potresti comprarti un indumento che ti duri tutta la vita e che sia sostenibile…
Il vero significato del Cost per Wear
Non significa necessariamente spendere tanto per ogni singolo indumento. Un ottimo compromesso per acquistare vestiti di qualità ed un prezzo non elevato sono i mercatini ed i negozi che vendono capi vintage, come Vinokilo di cui abbiamo parlato recentemente.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma le nostre azioni quotidiane alimentano il sistema non sostenibile del Fast Fashion. È possibile invertire la rotta, basta fermarsi un attimo e riflettere prima di acquistare.
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