Avete regalato giocattoli questo Natale?
Se si, avrete sicuramente reso felici figli e nipoti, contribuendo però all’impennata di consumi del periodo natalizio. Non è un dramma il mondo va avanti così da decenni, ma il toy sharing potrebbe rivoluzionare il mondo dei giochi.
Le conseguenze di uno sfrenato accumulo di giocattoli sono sotto i nostri occhi, eppure, ci rifiutiamo di vederle. Dovremmo chiederci se ai bimbi servano davvero le montagne di bambole e scatole colorate di cui li sommergiamo.
Per capire il “fenomeno giocattoli” guardiamo un pò di cifre. Le statistiche ci dicono che ogni anno nel mondo vengono spesi più di 300 milioni di euro in giochi di vario tipo, e che di questi più del 50% non viene effettivamente utilizzato.
Andando nel dettaglio, a Natale si stima che per ogni bimbo vengano spesi circa 135€ e che più della metà dei giocattoli regalati finisca nel dimenticatoio già a Gennaio.
Insomma, ci ritroviamo con camerette stracolme di oggetti fatti per lo più di plastica o di materiali misti e inquinanti, che inevitabilmente finiranno in discarica. C’è qualcosa di vagamente educativo in questo? Ed esiste una best practice capace di aggiustare il tiro?
Una risposta forte e chiara è arrivata dalla start-up inglese Whirli, che ha organizzato il baratto dei giocattoli, rendendolo semplice come fare un acquisto online.
Il motto Whirli è “Get – Play- Give – Repeat”.
La formula si propone in abbonamento, come un vero “Netflix” dei giocattoli. La sottoscrizione può essere mensile, semestrale o annuale, partendo da una base di 9,99£, garantendo l’accesso ad un’ampia scelta di giocattoli (comprese le ultime novità uscite sul mercato). Una volta ricevuti i prodotti scelti, i bimbi potranno usarli finché vogliono, e quando si saranno stufati, i giochi che non servono più potranno essere scambiati con altri giocattoli Pre-loved.
Il risparmio di denaro non è secondario, i bambini crescono velocemente, ed è nella loro natura cambiare gusti e rivolgere continuamente l’attenzione verso nuove cose. Whirli è un modo sostenibile per stare dietro ai piccoli “capricci” dell’età infantile.
Il target a cui l’azienda inglese si rivolge è quello dei genitori Millennials o della Generation Z, che, come sappiamo, mostrano sensibilità e attenzione alla sostenibilità.
Il fondatore Nigel Phan spiega così l’intuizione e l’utilità del servizio: “I consumatori che desiderano acquistare in modo sostenibile non dovrebbero scendere a compromessi con prezzi più alti o non convenienti”. Aggiunge: “Siamo davvero orgogliosi di essere in prima linea in questa rivoluzione resa possibile dalla tecnologia, utile per l’economia e per il pianeta”.
Questa opportunità di Toy Sharing può rappresentare il futuro dell’industria del giocattolo, rimodellando sia l’atteggiamento del consumatore che, soprattutto, quello delle aziende produttrici. Un’iniziativa di economia circolare ha il potere di accrescere la sensibilizzazione su materiali e metodi industriali.
In questa prospettiva sono molte le aziende del settore che guardano al futuro sostenibile. Lego ad esempio, ha avviato la produzione di mattoncini con una nuova plastica di origine vegetale ottenuta dalla canna da zucchero; altre aziende come Mattel e Hasbro si sono impegnate a ridurre gli enormi packaging dei giocattoli, utilizzando materiali ecocompatibili.
Nel nostro quotidiano, è bene sapere che, se proprio volessimo acquistare un giocattolo nuovo, i principali materiali sostenibili sono il Legno, la Bioplastica e il Cotone organico.
Facciamo attenzione anche al packaging, gli anni ’80 e ’90 ci hanno abituato ad un massivo uso di plastica mixata con cartone, oggi, sarebbe utile preferire sempre carta o stoffa riciclata.
Educare i bambini alla sostenibilità è un regalo che va oltre il pacchetto, oltre il bene materiale.
L’impegno di Whirli e di altre migliaia di piccole iniziative di Toy Sharing è ciò di cui abbiamo bisogno. Giocare è un diritto, farlo in modo sostenibile è un dovere.