Il futuro del nostro Pianeta è in mano ai giovani
Università, manifestazioni di piazza, internet, movimenti internazionali: oggi sono infinite le possibilità di conoscenza e di contatto con la sostenibilità.
Sette anni e settantasei giorni per salvare il nostro Pianeta: questo è il tempo che ci rimane per lavorare collettivamente e fermare il rischio di collasso della Terra.
Noi giovani di oggi, in primis colei che scrive, ci sentiamo sempre più in dovere di rispettare l’ambiente e di agire in modo consapevole.
Il mondo in cui viviamo sembra chiederci aiuto per preservare tutta la bellezza che gli appartiene.
E chi rendere coscienti, se non i futuri proprietari e abitanti del nostro Pianeta?
Dalla Svezia alla Cina, dall’Italia al Sud America, dallo Sri Lanka all’Africa, in ogni angolo del mondo l’educazione alla sostenibilità inizia a prendere sempre più piede.
A soli 21 anni io e i miei coetanei ci ritroviamo bombardati di informazioni e di notizie da ogni dove, che ci permettono di riflettere ogni giorno su come contribuire a preservare il nostro pianeta.
Le iniziative che noi giovani possiamo prendere in considerazione al giorno d’oggi sono molteplici.
E tu che stai leggendo, sarai sicuramente curioso di conoscere queste nuove proposte!
Innanzitutto, la scuola per gli adolescenti gioca un ruolo fondamentale. Difatti, l’istruzione ha il dovere di integrare le nozioni teoriche sull’ecosostenibilità con un’efficace presa di coscienza.
A noi giovani tutto questo affascina, poiché ci rende partecipi e ci fa percepire l’educazione in modo più vero e più tangibile.
Così le scuole diventano dei veri e propri centri di condivisione e di azione, dove ci sentiamo importanti e utili per gli altri e per l’ambiente.
Esempi evidenti ed interessanti sono le università, che proiettano i giovani verso una visione sempre più green.
Sapete quali sono i Paesi più ambientalisti del mondo?
Inghilterra e Stati Uniti rappresentano l’avanguardia in termini di educazione sostenibile e questi sono solo alcuni degli atenei che si impegnano ogni anno a proporre, per lo sviluppo sostenibile, progetti educativi ai propri studenti:
– La North Carolina University a Chapel Hill, che si impone di raggiungere i “Three Zero Goal”: zero spreco di acqua, zero rifiuti nelle discariche e zero emissioni di gas serra;
– La Iowa State University, che si impegna ad offrire esperienze reali di volontariato ai propri studenti;
– La Chatham University di Pittsburgh, che, oltre ai progetti universitari green, accoglie i propri studenti in una residenza a tema ambientale, che fa sentire tutti accolti ed amati;
– La University of Central Lancashire, che permette allo staff e ai propri studenti di controllare i consumi e di comunicarli;
– La Greenwich University, che ha stabilito una riduzione delle emissioni di carbonio del 40%;
– L’Università di Nottingham, che è la più avanzata a livello mondiale per il tema del cambiamento climatico e che ha istituito un laboratorio a emissioni zero.
E gli altri istituti nel mondo come si posizionano in un’ipotetica classifica green?
Da studentessa di moda e design quale sono, nonché particolarmente legata al tema della sostenibilità, mi sento in dovere di farvi presente lo IED, istituto internazionale presente in tutto il mondo, che offre numerose iniziative ai propri alunni.
Il 2019 ha portato una grande novità in questo ateneo, grazie alla collaborazione con Fashion Revolution, la campagna di comunicazione e formazione fondata da Orsola de Castro, atta a promuovere la moda etica e sostenibile.
“Being Cool is Nothing New”: questo lo slogan della cooperazione che ha coinvolto gli studenti di tutti i corsi firmati IED, e che aveva come obiettivo quello di sensibilizzare i giovani, incoraggiandoli a creare abiti con materiali riciclati, promuovendo così concetti quali riuso e risparmio.
Un’iniziativa avvincente, formativa e materialmente e spiritualmente appagante.
Avete mai sentito parlare di SOS? Non si tratta del segnale universale di richiesta di soccorso!
Mi riferisco alla School of Sustainability, con sede a Bologna, focalizzata sull’avviamento e sulla formazione di nuovi talenti emergenti nel mondo della sostenibilità.
Qui i giovani sono considerati realmente importanti dal punto di vista lavorativo e vengono indirizzati direttamente verso aziende partner per lo sviluppo innovativo e green.
Perciò ritengo che non possa esistere una formazione migliore di questa, dove teoria e pratica vanno di pari passo e dove ognuno ha la possibilità di esprimere la propria creatività e il proprio ingegno.
Dove la scuola ancora non arriva nell’educare al rispetto per l’ambiente, una valida alternativa è costituita dal web e dai social media. L’idea dell’esistenza di una net generation – la cosiddetta generazione Y – influisce inevitabilmente sulla comunicazione riguardante la sostenibilità.
I giovanissimi, sempre connessi e in continua ricerca di informazioni, arrivano infatti a conoscere le tematiche ambientali quando ancora non hanno raggiunto la maggiore età.
Questo permette anche ai più piccoli di entrare in contatto con contenuti stimolanti e formativi, ma soprattutto di partecipare concretamente alla salvaguardia del mondo, sentendosi – ed essendo effettivamente – d’aiuto ed importanti.
Diversi Account Instagram spingono i propri utenti a seguire un lifestyle green, molti influencer incitano i più giovani (e anche i più vulnerabili) ad accogliere pratiche ecologiche e marchi popolari, che stanno rivoluzionando la propria etica e che mettono sul mercato prodotti sempre più volti al rispetto per l’ambiente.
Contenuti divertenti, interessanti ed educativi, che mostrano agli iper-connessi una realtà vicina e tangibile.
Insomma, siamo sempre più connected e sempre più well-informed!
Ma quali altre forme di comunicazione conosciamo, che possano coinvolgere il maggior numero di persone possibili?
Noi giovani sentiamo la necessità e la voglia di essere stimolati continuamente e il tema della sostenibilità ci conquista sempre di più.
Ci troviamo nel XXI secolo, il mondo corre veloce e internet è diventato un luogo virtuale in cui le persone si ritrovano e si scambiamo idee, per cui grazie al passaparola riusciamo a mobilitarci da tutto il mondo. Ed è proprio in questo decennio appena trascorso che le manifestazioni di piazza sono state capaci di smuovere i governi di ogni parte del globo.
Siamo stati capaci di riempire le città e di far valere i nostri diritti e i nostri doveri, e noi ragazzi ci sentiamo orgogliosi e speranzosi per tutto ciò che stiamo costruendo e per tutto ciò che verrà.
Così è nato un movimento di protesta internazionale, in cui alunni di tutti i continenti si sono uniti decidendo di non frequentare le lezioni scolastiche per partecipare a manifestazioni contro il cambiamento climatico e nel rispetto per il Pianeta.
A testimoniare che ancora una volta i giovani sono i veri protagonisti e i veri responsabili della tutela dell’ambiente, ecco che la paladina è una bambina di 16 anni: Greta Thunberg.
Lei, che ha sconvolto il mondo dei media manifestando di fronte al Parlamento Svedese; l’adolescente che con genuinità e trasparenza ha coinvolto migliaia di suoi coetanei mobilitandoli per la sostenibilità; il volto che il Time ha nominato persona dell’anno.
Una piccola donna, che ha fatto la differenza ed ha ispirato e consapevolizzato una generazione intera.
E noi, altre piccole donne e uomini appartenenti a questo territorio meraviglioso e a questa età imprevedibile e vigorosa, vogliamo che la sostenibilità diventi la nostra quotidianità.
Per farlo abbiamo bisogno di percepire, di distinguere e di padroneggiare temi importanti e degni di nota.
Per nostra fortuna, non siamo soli.
Anzi, ogni giorno che passa nascono nuove associazioni. Mentre tu stai leggendo queste parole, un ulteriore movimento internazionale si sta avviando e, quando pensiamo ad azioni concrete da attuare per l’ambiente, un attivista le sta già mettendo in pratica.
Sono presenti numerose associazioni internazionali che proteggono il nostro Pianeta. Qui ve ne citerò alcune delle più importanti e sulle quali rimanere sempre aggiornati:
– WWF, la più grande organizzazione per la difesa dell’ambiente e delle specie a rischio;
– Greenpeace, per la sua azione diretta e non violenta per la difesa del clima, delle balene e dell’interruzione dei test nucleari;
– Cultural Survival, che si impegna a preservare la vita e la cultura degli indigeni;
– American Forests, che lavora con brand e governi per ripristinare le foreste ed espanderle;
– 5 Gyres Institute, che combatte la crisi globale dell’inquinamento dalla plastica.
Chiaramente esistono migliaia di società e di congregazioni, ogni Paese nel mondo possiede organizzazioni per la salvaguardia dell’ambiente e molto spesso sono le generazioni più giovani a guidarle.
La stessa generazione, la mia, la nostra, che è continuamente in cerca di impulsi, di comunicazione e soprattutto di azioni concrete.
I giovani sono il futuro del nostro pianeta e come tali abbiamo il dovere di proteggerli e di proteggerci a vicenda.
Noi giovani saremo gli unici garanti di un ambiente più accettabile e più giusto, dove chi ci succederà avrà il diritto di vivere in un mondo sano, che non maltratti flora e fauna, che non sfrutti lavoratori e lavoratrici e che non inquini, ma che piuttosto si impegni nell’utilizzo di energie rinnovabili, nell’impiego di uno stile di vita sostenibile, nel consumo critico, nella creazione di città e strutture ecologiche e nel rispetto di tutti gli ecosistemi della Terra e di tutte le dimensioni sociali e culturali.
Il tempo stringe e il Pianeta non sta ad aspettarci, rimangono pochi attimi: bisogna agire in fretta e, uniti, dimostrare quanto vale per noi il nostro Pianeta, perchè in fondo è ciò che di più caro ci circonda.