L’industria cosmetica dell’Unione europea è la più grande al mondo, seguita da Stati Uniti, Cina, Giappone e Brasile. Secondo l’Associazione Nazionale Spagnola della Profumeria e della Cosmetica, si tratta di un mercato che impiega migliaia di persone e raggiunge un volume di circa 80 miliardi di euro all’anno.
Tuttavia, non ci sono solo buone notizie. Abbiamo visto tutti qualche post o immagine sull’uso degli animali nei test cosmetici, nei farmaci o nelle procedure chirurgiche. Questi test invasivi e crudeli causano stress, sofferenza, malattie e persino la morte degli animali coinvolti.
Le industrie cosmetiche, farmaceutiche e biochimiche sono all’avanguardia nell’utilizzo di animali per test di laboratorio per verificare che i prodotti siano adatti all’uomo. Gli animali più comunemente usati per queste pratiche sono ratti, topi, scimmie, conigli, cani, gatti, uccelli e anfibi.
Alcuni dei test di laboratorio prevedono l’applicazione di prodotti (creme, shampoo, saponi, candeggina da bucato, profumi o trucchi) negli occhi degli animali per determinare quanto sia irritante una sostanza. Diversi preparati vengono applicati anche sulla pelle rasata e sulle mucose per analizzare possibili reazioni allergiche.
Regolamento UE n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici
All’interno dell’Unione Europea, nel 2004, è stata vietata la sperimentazione animale per la produzione di cosmetici e nel 2009 è stata resa illegale la commercializzazione di prodotti contenenti ingredienti testati sugli animali. Tuttavia, solo nel 2013 è entrato in vigore nell’UE un divieto totale di sperimentazione animale. Questo regolamento garantisce che i prodotti siano sicuri per la salute umana considerando anche il benessere degli animali. Inoltre, si effettuano audit regolari per monitorare il rispetto degli standard.
Nonostante ciò, diverse organizzazioni per i diritti degli animali denunciano che queste pratiche crudeli sono ancora praticate nei paesi dell’UE e chiedono il rispetto della legge.
Irregolarità nelle normative
Nel 2021, l’ONG Cruelty Free International ha denunciato abusi sugli animali nei laboratori di un’azienda di Madrid. Attraverso telecamere nascoste, all’interno del laboratorio si possono vedere maltrattamento e torture sugli animali. Nello stesso anno, è stata presentata alla Commissione europea una domanda di registrazione di un’iniziativa dei cittadini intitolata “Stop alla crudeltà dei cosmetici, per un’Europa senza sperimentazione animale”. Alla Commissione è stato chiesto di proteggere gli animali e di rafforzare il divieto del loro uso nei test. L’iniziativa dei cittadini sostiene che:
Gli animali non dovrebbero soffrire o morire a causa dei cosmetici
Iniziativa dei cittadini
I componenti dei cosmetici sono potenzialmente tossici per l’uomo e devono quindi essere presentati al registro per la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH). In considerazione di questo rischio, la legge n. 1223/2009 consente di testare alcuni prodotti sugli animali per la sicurezza delle persone.
Secondo Cristina Ibañez, coordinatrice e consulente legale dell’ONG Animanaturalis International, “c’è un vuoto normativo che permette a queste pratiche di continuare a essere portate avanti”. Cristina spiega che la sperimentazione animale a scopo cosmetico è vietata, ma è consentita per scopi terapeutici. Ad esempio, “uno shampoo antiforfora potrebbe essere considerato un trattamento e potrebbe essere testato sugli animali, in quanto non è puramente cosmetico”. Di conseguenza, alcune aziende continuano a sperimentare sugli animali nonostante il loro divieto. Inoltre, molti prodotti commercializzati come cruelty-free possono contenere ingredienti acquistati da paesi in cui vengono effettuati test sugli animali. Infine, l’attivista chiarisce che è necessario investire in ricerca e sviluppo affinché queste pratiche siano totalmente sradicate.
In risposta a questa richiesta di iniziativa dei cittadini, la Commissione europea ha rilasciato una dichiarazione. Si è impegnata a sviluppare una tabella di marcia per porre fine alla sperimentazione animale. Ha inoltre proposto la creazione di un comitato scientifico per fornire consulenza e ricercare gli approcci al lavoro senza animali. E infine, ha deciso di organizzare workshop con esperti che collaborano alla transizione verso una scienza animal-free.
Come riconosciamo i prodotti cruelty-free?
Le tre identificazioni o loghi internazionali più noti sono Leaping Bunny, PETA e CCF (Choose cruelty free). Queste certificazioni sono utilizzate sia nei cosmetici che nei prodotti per la pulizia e sono garantite prive di maltrattamento sugli animali in tutte le fasi della produzione. I requisiti per queste certificazioni sono molto severi e variano a seconda dell’organizzazione. Includono audit indipendenti; pratiche cruelty-free in vigore da almeno un anno; nonché gli impegni e i contratti che vengono regolarmente rinnovati per garantire che soddisfino i requisiti proposti.
Quali sono le alternative naturali ai test e agli abusi sugli animali nell’industria della bellezza? Il caso Kuntu
Una delle alternative da considerare sono i cosmetici naturali, vegani e biologici. Ne è un chiaro esempio Kuntu, un‘azienda cosmetica 100% naturale, sostenibile, con metodi di produzione artigianali e, naturalmente, rispettosi degli animali e dell’ambiente.
Lasciamo un segno sulle persone, non sul pianeta
Kuntu
Questa azienda chiarisce il suo obiettivo di prendersi cura e rispettare la natura e gli utenti. Utilizzo di prodotti privi di componenti tossici e privi di maltrattamento sugli animali.
I loro prodotti di bellezza utilizzano materie prime di qualità, ingredienti biologici, vegani e senza conservanti. Inoltre, i suoi contenitori e imballaggi sono riciclabili e riutilizzabili. Sono cosmetici ocean friendly, versatili e funzionali. I suoi articoli riguardano cosmetici per il viso, i capelli e il corpo.
Questa azienda è stata premiata sei volte agli Organics Clean Awards per il suo impegno sociale ed ecologico e per la qualità del marchio.
In breve, è necessario utilizzare prodotti esenti da abusi sugli animali ed esigere che i nostri rappresentanti controllino le procedure dell’industria cosmetica. È inoltre molto importante sensibilizzare la popolazione per sradicare la crudeltà sugli animali nei laboratori: siamo disposti a collaborare?