Bakel si presenta come bilancia tra innovazione e sostenibilità.
Un’idea semplice, innovativa, apparentemente irrealizzabile quella di creare prodotti totalmente clean ed efficaci al contempo. Un pensiero che nasce e si sviluppa ad Udine nel 2009 ed è frutto della mente della Dottoressa Raffaella Gregoris.
Nella sua essenza possiamo dire che Bakel ha rivoluzionato l’industria della cosmesi nella sua formulazione. Elimina infatti in maniera radicale gli ingredienti controversi o inutili per la pelle, accentuando quelli attivi che portano veri ed unici benefici.
Il fatto che le componenti dei diversi prodotti debbano essere CLEAN viene comunicato in modo molto trasparente al pubblico. Ciò significa che tutto viene spiegato in dettaglio, compresi i singoli benefici che tale ingrediente va a regalare. Il brand è in grado di garantire un INCI 100% trasparente, indicato sulla confezione in maniera chiara su un’intera facciata. La regola d’oro è nulla da nascondere.
I diversi test
I test che vengono condotti sono molteplici e hanno l’obiettivo di accertarsi che l’utilizzo sia possibile anche per le pelli più sensibili e reattive. Per assicurarsi che siano privi di glutine, metalli pesanti e nickel vengono dermatologicamente testati. Un importante traguardo in merito è stato l’ottenimento delle certificazioni dei prodotti come vegan, cruelty free, gluten free e testati ai metalli pesanti. In tal senso per l’azienda non esiste alcun compromesso tra offrire prodotti sicuri e la loro efficacia.
I valori di Bakel: migliorare innanzitutto
Per poter mantenere intatto il servizio, lo sviluppo e la sua visione, il brand segue le norme di controllo qualità UNI EN ISO 9001:2015. Qui sono elencati alcuni dei principi più importanti, come il fatto che le esigenze del pubblico in quanto stakeholder devono essere tenute in alta considerazione. Si necessita di svariate certificazioni a prova delle istanze presentate; ancora l’azienda deve tener conto dei vincoli di legge nei mercati sia esteri che nazionali.
Il valore principe che Bakel sostiene insieme alla sostenibilità è il costante miglioramento. Per raggiungere tale scopo vengono attuati tre approcci. Le esperienze negative proprie del brand o terzi servono per apprendere, in una logica di problem solving. L’invenzione e innovazione a collaborare strettamente con l’outsourcer per lo sviluppo del prodotto. Efficacia ed efficienza sono le due parole d’ordine per migliorare i prodotti in modo naturale e far avanzare i processi esistenti di lavorazione.
Il Cosmetico dal futuro sostenibile
Nuovo, creativo, originale, perfetto per l’ambiente e 3D, per riassumere le sue caratteristiche più eccezionali. Infatti, si tratta del primo prodotto nella sfera della skincare ad essere stato pensato, creato e prodotto con la tecnologia 3D. Questa definizione è stata offerta dalla founder Raffaella Gregoris, attenta sia alla realizzazione dei prodotti secondo specifiche norme, sia agli ingredienti utilizzati nelle sue creazioni. Quello che conta come punto di partenza è l’essenzialità della formula. Come Raffaella stessa condivide “In un prodotto trovano spazio gli ingredienti che servono, non uno di più né uno di meno. Non si fanno eccezioni, anche quando l’eccezione potrebbe significare una texture più soffice, un colore più accattivante, una profumazione più inclusiva”.
Il risultato al momento è ancora un prototipo, ma è decisamente molto interessante; una micro-patch che viene assorbita a contatto con la pelle. Dunque, il principio non è trasmetto grazie al cerotto ma è la patch stessa.
Bakel e Raffaella
Raffaella ancora racconta “Abbiamo selezionato l’acido ialuronico, un componente con cui abbiamo familiarità ed estremamente versatile. Lo abbiamo “tridimensionalizzato”: lo abbiamo trasformato in una superficie composta da micro-polimeri in grado di riconoscere la superficie cutanea e di sciogliersi al suo contatto. Cedendole per intero la sua efficacia”.
In maniera tecnica l’agente principale, l’acido ialuronico, viene “imprigionato” in una struttura 3D stabile fino al rilascio a contatto con la pelle. Questo permette alla sua biodisponibilità, cioè la sua capacità di essere assorbito e la sua concentrazione nella pelle di essere aumentata.
Secondo Raffaella Gregoris, il grosso problema è una corretta detersione. “Dico sempre che fin’ora ci siamo lavati troppo e male, con dei detergenti molto aggressivi, pieni di tensioattivi e schiumogeni che per altro hanno un grande impatto sull’ambiente. E se fanno male all’ambiente, fanno male anche a noi. Lavarsi è importante ma bisogna farlo nel modo corretto. Teniamo presente che siamo rivestiti da una emulsione, una crema naturale, la più preziosa che possiamo avere, il film idrolipidico. Esso ci protegge e ci fa avere una pelle in equilibrio, cioè né troppo secca né troppo grassa. Ma se ci laviamo male, con prodotti aggressivi che asportano questa naturale protezione, invecchieremo molto più velocemente. Il primo consiglio è di scegliere accuratamente con cosa ci si lava. In media una donna usa 12 prodotti al giorno, un uomo sei. È inutile spendere cifre incredibili per una crema, se poi ci laviamo male, perché stiamo già facendo un danno.
Come scegliere?
“Per scegliere, bisognerebbe fare un piccolo approfondimento sugli ingredienti. I primi elencati sono quelli presenti in maggiore quantità nel prodotto. Se in cima si trovano silicone o derivati del petrolio, quel cosmetico è da evitare. A lungo andare porta a ispessimento cutaneo, secchezza e fa invecchiare più velocemente la pelle. Diffidare anche da slogan tipo, riduzione del 50% delle rughe. Si tratta solo di marketing”, conclude la founder.
La via che protegge la natura
In tutto questo il fattore sostenibilità che ruolo gioca? Il vantaggio fondamentale che permette a questa struttura di cosmesi 3D di risultare ottimale per l’ambiente è che è composta solo da ingredienti funzionali. Questo significa che tutte le sostanze utili non hanno necessità di un veicolo per essere trasmesse. Ciò dà enormi benefici; l’utilizzo di sostanze per la conservazione; la trasmissione dei principi attivi viene eliminata, il che garantisce un processo produttivo privo di contaminazione. Inoltre la formula entrando direttamente in contatto in forma pura è 100 volte più efficacie di quella tradizionale.
Il packaging secondario viene eliminato, garantendo una massima sostenibilità ambientale. Questa struttura prende il nome di “self-contained”, riferendosi al fatto che è prodotto, sostegno e involucro. Dopo che il cerotto ha rilasciato i benefici la materia è compostabile e può essere gettato nell’umido (la normativa EN 13432, ISO 14855). Questa sarà una nuova frontiera per l’eco sostenibilità.
Al momento, però, questo Cosmetico 3D sarà un complemento alla routine tradizionale e non la andrà a sostituire in modo permanente. Per poterlo provare poi servirà ancora del tempo, arrivando il prossimo anno.
In ogni caso, questo processo avrà una grande importanza per il futuro, anche per altre sostanze utili per la pelle.
Quando si parla di questa tecnologia e del suo Cosmetico si pensa a efficacia, sicurezza ed eco sostenibilità. Dopo cinque brevetti per le fasi di elaborazione e progettazione, il futuro avrà un nuovo aspetto: proteggere la natura ed incrementare i benefici sulla pelle.