Quale è stato il vostro primo cellulare?
Son sicura che molti di voi lo conservano ancora, magari in un cassetto che si apre poco o in una vecchia scatola dei ricordi.
E quanti ne son venuti dopo quel primo acquisto? Se potessimo contarli a livello globale si potrebbe raggiungere una cifra davvero molto alta.
Ma tutti i nostri vecchi cellulari o i vecchi computer, insomma tutti quegli oggetti elettronici che al momento ci semplificano la vita, una volta obsoleti che fine fanno?
I RAEE, cioè i rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, sono diventati un grosso impedimento per ridurre la nostra impronta ecologica.
Si stima che ogni anno, in tutto il mondo, si producano oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, di queste solo circa il 17% viene riciclato in maniera corretta.
Sono sostanzialmente due i problemi da considerare: l’inquinamento e la perdita di materiali prezioni.
Andiamo più a fondo
I materiali come litio, cadmio, mercurio, arsenico e piombo presenti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, se abbandonati nelle discariche possono disperdersi nel suolo e raggiungere le falde acquifere inquinando quindi non solo il luogo fisico dove sono presenti questi rifiuti ma raggiungere luoghi lontani.
I nostri elettrodomestici sono composti anche da metalli preziosi come platino, oro e argento il cui recupero sarebbe consigliabile. Si è stimato, infatti, che ogni anno si potrebbero recuperare circa 45 miliardi di euro in materiali prezioni invece abbandonati e dispersi nell’ambiente.
Questi metalli non sono eterni e riciclarli sarebbe importantissimo!
I maggiori produttori di rifiuti elettronici sono gli Stati Uniti d’America, la Cina e l’Unione Europea e di questi l’80%, non correttamente riciclato, finisce nelle discariche Africane.
La discarica di Agbogbloshie
La più grande discarica a cielo aperto si trova in Gana, ad Agbogbloshie.
È grande più o meno come 44 campi di calcio ed ogni mese arrivano circa 500 container pieni di rifiuti elettronici.
Quelli in buone condizioni vengono riparati e rivenduti, dagli altri si estraggono i materiali più semplici, come alluminio, ferro e rame e infine vengono bruciati per recuperare i materiali più interni.
Queste attività chiaramente avvengono in assenza di procedure che salvaguardino l’ambiente o i lavoratori.
Nell’aria e nel suolo infatti risultano esserci grandi quantità di ferro e piombo.
Qual è quindi un modo per un riciclo corretto?
In prima analisi, smaltire questi materiali nei normali rifiuti domestici è assolutamente da evitare.
Sono state create isole ecologiche apposite dove recarci a depositare i nostri vecchi acquisti. Qui potranno essere smembrati e riciclati nel modo più sano.
Alcuni produttori hanno messo in piedi programmi di restituzione dell’usato per poterlo smaltire in modo ecologico.
Esistono programmi di smaltimento in cui materiali preziosi ancora presenti nei dispositivi vengono riutilizzati. Un esempio possiamo trovarlo nel progetto Crocodile.
Ulteriori fattori da considerare
Ad incidere inoltre sull’aumento incontrollato di rifiuti elettronici c’è l’obsolescenza programmata che si verifica soprattutto nei nostri smartphone.
Al momento la vita media di uno telefono cellulare é di circa 40 mesi e forse anche a voi sarà capitato di notare dei peggioramenti di performance dopo un aggiornamento.
Non è soltanto un’ impressione, purtroppo. Colossi della telefonia come Apple e Samsung sono stati multati perché hanno imposto, senza preavviso, agli utenti aggiornamenti che avrebbero potuto peggiorare le prestazioni del telefono.
Esiste, però, anche l’obsolescenza percepita, che si verifica quando il nostro cellulare che funziona ancora perfettamente sembra non offrire il massimo se comparato con modelli di nuova generazione.
Ci ritroviamo quindi velocemente nella necessità di acquistare un nuovo modello per essere nuovamente soddisfatti del nostro telefono.
Noi, cosa possiamo fare in tutto questo grande meccanismo?
Prima di tutto, possiamo raccogliere tutti i nostri piccoli e grandi elettrodomestici inutilizzati e smaltirli nelle isole ecologiche, donarli a organizzazioni di beneficenza che daranno loro nuova vita, oppure pensare di farli riparare.
In seconda istanza potremmo iniziare a mettere in dubbio le nostre abitudini di acquisto. Potremmo davvero accettare di acquistare nuovi dispositivi elettronici solo per necessità. La prossima volta che sentirai il desiderio di acquistare un nuovo dispositivo, poniti la domanda: “Ne ho davvero bisogno”?