Néle Azevedo è un’artista brasiliana famosa per le sue opere di arte pubblica su larga scala. Crea centinaia di piccole figure di ghiaccio e le colloca nelle piazze di tutto il mondo dove si sciolgono rapidamente. Le sue installazioni sono state accolte dagli ambientalisti come una sorta di arte attivista contro il cambiamento climatico.
È innegabile che l’interesse di Néle Azevedo è il “noi” come totalità, specialmente quando questo “noi” si trova in una posizione vulnerabile. È questo “noi” che appare moltiplicato in ambiti diversi – può essere una persona, un pianeta, una pianta, o anche parte di più di un gruppo. Prima di tutto, “noi” significa comunità. La sua produzione affronta le minacce che incombono su molti di questi “sé”, ma sempre dalla loro inseparabilità dal “noi”.
Néle è impegnata nella natura dell’arte come strumento di consapevolezza sociale. Pertanto, privilegia azioni in spazi pubblici, dove il tema evidenziato può toccare non solo le persone che frequentano abitualmente musei e gallerie, ma anche la popolazione che in generale non è abituata a frequentare quel mondo. È nella strada, infatti, che un’opera può effettivamente stabilire un dialogo bidirezionale.
Le sue opere pubbliche si possono trovare in tutto il mondo. Se siete interessati a saperne di più su dove e quando sarà la sua prossima creazione collettiva… (qui)
Minimum Monument
Néle Azevedo sviluppa un lavoro unico fin dal 2005. In un atto che dura non più di 20 minuti, centinaia di sculture di ghiaccio si sciolgono sulle scale dei luoghi pubblici. Si lasciano piccole pozze d’acqua e le loro tracce svaniscono, rimanendo nella memoria di coloro che ne sono stati testimoni. Le memorie del lavoro rimangono inscritte nelle immagini che, oltre ad essere semplici registrazioni, sono immagini di testimonianza, tracce materiali del passaggio del tempo.
Il progetto può essere visto come una lettura critica del monumento nelle città contemporanee, poiché allude al problema del riscaldamento globale e anche alla fragilità della vita stessa. Si tratta di migliaia di figure di ghiaccio che vengono portate in luoghi centrali delle città e, con l’aiuto di volontari che le collocano in determinati luoghi, vengono lasciate sciogliere. Le sculture sono figure umane senza volti o tratti etnici, senza alcuna caratteristica che le classifichi come qualcosa di diverso da un piccolo essere umano alto 20 cm.
I membri della comunità, giovani e anziani, studenti e residenti locali, visitatori e passanti, posizionano in modo cerimonioso ogni scultura sui gradini del municipio. Guardano come queste si sciolgono davanti ai loro occhi. L’effimera creazione collettiva di Azevedo ha fatto il giro del mondo. Evocando la fragilità della vita sul pianeta.
Le Figure di ghiaccio e l’ambiente
Inizialmente, l’opera è stata creata per mettere in discussione il concetto dei monumenti nelle città. Minimum Monument è un anti-monumento. Tuttavia, dopo il suo grande debutto al Gendermenmarkt di Berlino nel settembre 2009, è stata vista come un atto simbolico di monito contro il riscaldamento globale.
Un altro artista che lavora con il ghiaccio è Stefano Cagol. Se siete curiosi di saperne di più sul suo lavoro, ecco un articolo su di lui.