Ricordi quanto era difficile capire il concetto di internet quando è comparso per la prima volta? Ecco, una cosa simile accade con il mondo delle criptovalute e i loro mezzi di trasferimento e creazione, che sono gli NFT e la Criptoarte.
Ci vuole tempo per cercare di capire effettivamente il mondo delle criptovalute se non ne hai mai sentito parlare prima d’ora. Partiamo dalle basi: il Bitcoin, la prima e più importante criptovaluta di sempre, ha cambiato il modo in cui funziona il denaro. È così poi che si è evoluta nella più importante valuta decentralizzata del mondo.
Ma che cosa significa decentralizzata? In breve, si intende che non è creata, regolata o controllata da nessun ente governativo o banca. Il Bitcoin è il risultato di pensare al denaro in modi diversi e questo si attua mediante l’utilizzo di un software open source. Questo software organizza il lavoro di diversi computer che sono collegati alla stessa rete in varie parti del mondo, permettendo di inviare o trasferire denaro senza chiedere il consenso a nessuna banca o governo.
Questo concetto può essere molto difficile da comprendere, in quanto è molto diverso da quello che conosciamo come concetto di controllo e di distribuzione delle informazioni. In pratica, ciò che fanno le criptovalute è facilitare i trasferimenti internazionali tra persone in modo privato.
Non preoccuparti, arriveremo a parlare degli NFT e della Cryptoarte, ma per prima cosa.
Perché si chiamano criptovalute?
Perché funzionano con il sistema di crittografia. In pratica significa scrittura segreta e fondamentalmente si tratta di protezioni matematiche che permettono di decodificare le informazioni. In questo caso vengono utilizzate per proteggere le criptovalute da qualsiasi tipo di contraffazione o imitazione. Dalla sua creazione 12 anni fa, il Bitcoin ha raccolto più o meno 950.000.000.000.000 di dollari. Con ciò ha dimostrato che la sua crittografia (protezione) funziona quasi perfettamente..
Ciò che è veramente nuovo e importante del concetto e della tecnologia delle criptovalute si riflette in questo database che è memorizzato ed indistruttibile. Questo database si chiama blockchain e ciò che realmente lo differenzia è che questo database è intangibile. Se un computer è autorizzato a scrivere qualcosa in quel database, allora non può né cancellare né modificare quel dato. Questo significa che, per la prima volta nella storia, nessun hacker può entrare in questo database e/o alterarlo.
Ma cosa rende questa nuova tecnologia così speciale e innovativa?
Questa nuova tecnologia non è usata solo per memorizzare i bitcoin. È vero che questa era la sua prima funzione. Poichè questa tecnologia funziona con software open source, sono comparsi un sacco di nuovi tipi di valute con diverse tipologie di funzioni; la seconda criptovaluta più influente è Ethereum. Non solo è più stabile a livello di fluttuazione del valore, ma ha anche alcune differenze tecniche e concettuali rispetto al bitcoin. Ethereum permette alle filiali (computer sparsi in tutto il mondo) non solo di registrare le transazioni, ma anche di inserire contratti intelligenti e applicazioni centralizzate create dal linguaggio di programmazione proprio di Ethereum. Tutto questo funziona all’interno del database Blockchain.
Dopo aver capito tutto questo sulle criptovalute e sulla blockchain, possiamo iniziare a parlare di cosa sono gli NFT e la Criptoarte.
NFT è l’acronimo che sempre più spesso si sente sul web. È uno dei motivi principali per cui esiste la Criptoarte. NFT sta per Non-Fungible Token (in inglese). In italiano significa oggetto non fungibile, cioè che non può essere scambiato perché non ne esiste un altro simile. Questo può essere memorizzato nel database della Blockchain. Gli NFT sono cartelle che contengono informazioni come: il link all’opera, la data in cui è stata creata, l’autore, un testo descrittivo e infine l’acquirente. Tutte queste informazioni sono collegate al token che è memorizzato sulla Blockchain.
Il concetto di Criptoarte: si tratta di creare un token che contiene informazioni uniche, che poi viene memorizzato sulla blockchain e venduto in cambio di criptovalute.
È un modo davvero rivoluzionario di vendere l’arte.
Perché permette agli artisti di creare e vendere senza aver paura della contraffazione. Permette loro anche di vendere a prezzi di alto valore che con il tempo possono aumentare ancora di valore. Le opere di CriptoArte sono vendute per un valore fisso. Se l’acquirente decide di rivenderlo, l’artista continuerà a ricevere una percentuale poichè il token contenente l’opera porterà sempre il nome del creatore. Questo rende il sistema della CriptoArte molto attraente per gli artisti.
Gli NFT e la Criptoarte hanno avuto origine nel 2017. Quando i CryptoPunks vengono creati, sono 10.000 piccoli disegni di caratteri con una dimensione di 24 x 24 pixel realizzati da Larva Labs. Questi personaggi hanno caratteristiche uniche, il che significa che due dei 10.000 personaggi creati non sono uguali e possono essere venduti e scambiati. La storia più recente è stata quando nove di questi CryptoPunk sono stati venduti da Christie’s per circa 17 milioni di dollari.
Ma che effetto hanno gli NFT sull’ambiente?
L’unico problema con i NFT e la Criptoarte è che il consumo di energia e la CO₂ generata dal caricamento di un’opera sulla blockchain è inimmaginabile. Il fatto di creare un’opera di NFT utilizza circa 138.272 kWh che generano un’emissione di 85.777 Kg di CO₂; ciò equivale al consumo di elettricità di un cittadino europeo di 40 anni, a far volare un aereo per 825 ore, guidare una macchina per 440 mila chilometri o ad usare un portatile per mille anni.
Sembra semplice dire a un computer di risolvere equazioni che convalidano le transazioni e che per questo motivo si viene pagati in bitcoin o Ethereum. Questa azione si chiama “estrazione” e ci sono campi che la eseguono chiamati “mining farms” (o fattorie per il mining).
Come funzionano queste fattorie per il mining?
Le fattorie sono un gigantesco centro informatico che convalida e autorizza i nodi in tutto il mondo. Quindi per poter lavorare in questi nodi è necessario risolvere equazioni matematiche che convalidano il tuo lavoro e che ti fanno competere con altri computer nella stessa rete; quello che vince ottiene il bitcoin o l’Ethereum. Tutto questo circuito si chiama Proof of Work (PoW). Il problema è che questo calcolo matematico diventa più difficile nel tempo, perché il sistema Bitcoin o Ethereum stesso aumenta la difficoltà di questi problemi matematici man mano che vengono create più monete. Tuttavia, quando il calcolo matematico diventa più complesso, si consuma ancora più energia.
I server di Bitcoin o Ethereum sono distribuiti in paesi dove l’elettricità è meno cara o in paesi con molte miniere di petrolio o di carbone, per esempio la Cina o gli Stati Uniti. Persino in paesi con molta attività geotermica, come l’Islanda. Ma la maggior parte di questi continua a usare il carbone perché alla fine risulta essere il più economico. Stiamo parlando di tanti danni all’ambiente e ci vuole solo un minuto o il tempo necessario per caricare un NFT sulla Blockchain.
Come possiamo compensare l’impatto ambientale degli NFT e della Criptoarte?
In conclusione, l’Ethereum blockchain può essere molto pericoloso per l’ambiente, ma, man mano che lo sviluppo del mercato NFT e della Criptoarte diventa più ampio e più popolare, stanno emergendo nuovi percorsi e diverse opzioni che portano una proposta molto più ecologica.
Forse la soluzione non è quella di invalidare completamente questo mercato, ma di esplorare nuove alternative che consentano lo sviluppo degli NFT e della Criptoarte in modo ecologico e rispettoso dell’ambiente. La crescita di queste nuove piattaforme è intensa, anche se il problema è il fatto che non hanno il volume o l’equivalenza delle piattaforme Bitcoin o Ethereum.
Ciò che queste nuove piattaforme stanno offrendo è un modo per creare una blockchain senza la necessità di una fattoria per il mining o del proof of work. Le nuove piattaforme che utilizzano una blockchain diversa sono: PoS, PoA e molti altri (qui un link) dove puoi trovare una serie di blockchain che operano in modo eco-sostenibile.
Pertanto, iniziare ad usare queste blockchain sarebbe mille volte più efficiente per non aumentare la produzione di CO₂. Speriamo ci sia una domanda sufficiente e piattaforme trasparenti che incoraggino nuovi sviluppatori, investitori e collezionisti ad investire e a sviluppare queste piattaforme più green e rispettose dell’ambiente e che allo stesso tempo facciano crescere il mercato.
Se sei interessato al tema dell’energia sostenibile, potresti anche essere incuriosito da questo articolo sull’architettura che genera energia sostenibile (qui).