A Natale siamo tutti più buoni

Autore
Renata Abeni
Translation
Chiara Conti

Lo spirito natalizio

Da piccoli, guardando i film di Natale e ascoltando le storie che ci venivano raccontate, immaginavamo come i nostri regali venissero creati dagli elfi di Babbo Natale. Magiche creature devote al benessere di bambini di tutto il mondo, che lavorano con gioia in un laboratorio nascosto dagli occhi umani tra le nevi della Lapponia.

Crescendo, la realtà si rivela molto meno magica.
La ricerca del regalo perfetto per persone più o meno a noi care, può essere estenuante. Trovare l’abbigliamento per le varie feste/cene/pranzi è un costoso luna park di frustrazione. Allestire la casa a prova di Instagram sembra un’esperienza lontana anni luce dall’Hygge e dall’atmosfera natalizia. La frenesia nel trasformare le nostre esistenze in un film Hallmark genera uno stress che si irradia attorno a noi più della luce delle lampadine scintillanti ovunque.

La famosa frase di Dave Ramsey (“compriamo cose che non ci servono con soldi che non abbiamo per impressionare persone che non ci piacciono”) ci lampeggia nelle menti mentre ci ingozziamo di cibo indigeribile di cui ci pentiremo.

Il Natale, tempo di abbondanza (o spreco?)

E questo non è il lato peggiore di questa follia edonistica. 

La vera tragedia è come il nostro comportamento abbia ripercussioni negative. 

Non solo sull’ambiente che ci circonda, ma anche sulle persone che, in un modo o nell’altro, sono coinvolte nella produzione o la vendita di ciò che compriamo. 

Oxfam UK nel Dicembre 2023 ha pubblicato una ricerca sugli acquisti di abbigliamento natalizio, con un campione di 3000 acquirenti.

Un quarto degli intervistati pianificava di comprare almeno un nuovo prodotto di abbigliamento nel corso del periodo natalizio. Nel 72 % dei casi supponevano che sarebbe stato usato un massimo di cinque volte o, per il 15% dei rispondenti, una volta sola.


In un articolo del 2023 sull’impatto ambientale del Natale londinese Rachel Muir evidenzia come le statistiche mostrano ogni anno un aumento dello spreco. In particolare dovuto a regali indesiderati, confezioni regalo e nastri, cibo e alberi di Natale.

Secondo le stime del 2023 del BCTGA (British Christmas Tree Growers Association) tra gli 8 e 10 milioni di veri alberi di Natale sono venduti nel Regno Unito ogni anno. Una cifra impressionante, ma il vero problema non è l’acquisto, ma il modo in cui questi alberi vengono smaltiti. Ovviamente l’ideale sarebbe che siano rinvasati (o che siano comprati e tenuti in un vaso). Qualora questo non fosse possibile, la scelta di smaltirli in modo appropriato invece di gettarli in una discarica aiuta a limitare il loro impatto ambientale.
Tra i vari articoli di abbigliamento quelli al top della classifica per spreco sono i cosiddetti “Christmas jumpers” (maglioni a tema natalizio) e vestiti con paillettes.
La ragione principale è che entrambi sono spesso comprati come abbigliamento per una specifica occasione. Inoltre, nel caso dei vestiti di paillettes, sono molto difficili da riciclare in quanto essenzialmente pura plastica.

Le scintillanti vetrine di Natale

La produzione e la vendita di molti dei giochi, addobbi e vestiti in cui investiamo per le nostre case, i nostri amici, i nostri cari e noi stess,i sono spesso il frutto di extra pressione per chi li produce e vende.
Partendo dalla parte finale della transazione, quella più vicina alla nostra esperienza di compratori: i negozi.

Dal punto di vista commerciale il periodo pre natalizio rappresenta il più lucrativo. Molti negozi,ristoranti e compagnie investono molto in pubblicità e marketing per questo periodo dell’anno. A questo si aggiungono addobbi, annunci, promozioni e offerte. Tutti volti a catturare il più alto numero di clienti possibili.

E per rendere questi clienti felici, una delle cose fondamentali è che ci sia sempre abbastanza merce disponibile.
Inoltre, per garantire loro di avere abbastanza tempo per le frenetiche ricerche del regalo/addobbo o abbigliamento perfetto, molti negozi sono aperti più a lungo.
Aperti in giorni in cui noi diamo per scontato di non dover lavorare, come il 26 Dicembre, la Vigilia di Natale o a Capodanno.

I lavoratori sono in piedi per ore a gestire un fiume di gente stressata, frettolosa e spesso senza una chiara idea di ciò che vuole.
Oppure con un’idea molto specifica di un qualcosa così fantomatico che neppure i veri elfi di Babbo Natale potrebbero produrre. 

Tutto questo da aggiungere alle lunghe ore passate ad allestire, addobbare, rifornire, tenere in ordine in tempi record gli oggetti, l’abbigliamento, il cibo offerto.
Mantenendo costantemente una sensazione di abbondanza, di gioia, elementi fondamentali del Natale. Elementi in contrasto con le condizioni di lavoro stressanti e sottopagate delle persone che lavorano nei settori del commercio al dettaglio e la ristorazione.

I veri elfi di Babbo Natale

Un’ altra categoria di persone fortemente sotto pressione per creare la magia del nostro Natale sono i lavoratori del settore della moda.

Per poter garantire quel livello di merce nei negozi, si aumenta la pressione produttiva. Questo, soprattutto nel caso della fast fashion, implica grandi ordini in tempi ridotti. 

Questo implica turni estesi (fino a 14/16 ore) con straordinari non sempre retribuiti, una pressione continua per la produttività.
A questo si aggiungono le condizioni di lavoro non sicure, con contratti stagionali che non garantiscono tutele o benefit. In sostanza, il modo in cui questi lavoratori sono costretti a lavorare ricorda più gli elfi di Harry Potter che quelli di Babbo Natale, una vita di effettiva schiavitù.

Idee per un Natale più sereno per tutti

Come riuscire a catturare la gioia cristallina che associamo a questo periodo dell’anno senza piombare nel circolo vizioso dello stress e dello spreco?

La regola di base è cercare di evitare gli acquisti stressanti all’ultimo minuto e scegliere posti o marchi alternativi. 

1: Un’ alternativa potrebbe essere regalare un abbonamento annuale al WWF o l’adozione di un animale a rischio. Oppure, sempre in tema di animali, con un regalo che aiuti in modo concreto degli amici a quattro zampe: comprando il calendario di www.legadelcane-padova.it/ o regalando un’adozione a distanza (o non a distanza, per chi ha la possibilità!). Altre idee regalo in tema cucciolotti si possono anche trovare nel sito dell’Ente Nazionale Protezione Animali

2: Se si cercano invece regali più tradizionali, ma che abbiano un impatto positivo sull’ambiente e la comunità si possono trovare idee nel commercio equo solidale o esplorare i vari mercati vintage diffusi (uno tra i tanti, il Vintage Market Roma).
Oppure per regali solidali che siano anche una donazione per una giusta causa si possono trovare suggerimenti nei siti dell’Unicef , Oxfam o Greenpeace 

3: Per amici amanti dell’avventura e dei viaggi proporre soluzioni di viaggio alternative e uniche, come Dolomiti Gravel, una piccola realtà indipendente che combina la passione per le montagne e la bicicletta. Oppure perché non regalare loro la possibilità di esplorare il mondo dalle loro poltrone con le guide di The Passenger, della casa editrice Iperborea.

5: Infine, per i buongustai perché non provare ad ordinare dei cesti di Natale o prenotare le cene/pranzi natalizi in posti Slow Food o a KM Zero? Nel sito di Campagna Amica si possono trovare liste di mercati oppure si possono ricercare piccole aziende indipendenti come Tenuta Lanterne , Solive Franciacorta o le varie piccole realtà diffuse sul territorio.

Le scelte sono tante e tutte aiutano a creare una vera atmosfera natalizia, con un vero spirito di gioia e solidarietà.