Al cosechar los principales ingredientes para la producción de perfumes, la industria del perfume sigue contribuyendo a muchas realidades problemáticas.

L’industria dei profumi: tra lusso e controversie etiche e ambientali

Autore
Renata Abeni
English Translation
Chiara Conti
Spanish Translation
Chiara Conti
Voice-over: Cinzia Pascali

L’industria dei profumi è un ibrido di arte e scienza, innovazione e capacità di creare emozioni.
È anche un mondo complesso e pieno di contraddizioni in cui la bellezza della superficie può nascondere delle realtà problematiche. Il modo in cui le fragranze sono create è spesso collegato a sfruttamento e uccisioni di animali, disboscamento e sfruttamento, a volte persino al lavoro minorile.

Alcuni degli ingredienti più apprezzati delle fragranze come il sandalo, il gelsomino egiziano, la vaniglia e il muschio di cervo, sono stati associati a tutto quanto sopra.

Per raccogliere gli ingredienti principali per la produzione di profumi, l'industria profumiera continua a contribuire a molte realtà problematiche.
Per raccogliere gli ingredienti principali per la produzione di profumi, l’industria profumiera continua a contribuire a molte realtà problematiche. Foto: Luidmilla Chernetska / IStock.

Il muschio di cervo, in particolare, ha spinto l’animale da cui l’ingrediente è estratto, il cervo muschiato, sulla via dell’estinzione. Il metodo tradizionale per ottenere le ghiandole di cervo maschio implica l’uccisione dell’animale.
Il commercio internazionale del muschio naturale è ora regolamentato dal CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate). Inoltre, l’industria dei profumi ha sviluppato diverse alternative sintetiche ma, purtroppo, il muschio naturale è tuttora molto popolare.

Disboscamento ed agricoltura intensiva

Un altro effetto negativo dell’industria dei profumi è quello del disboscamento. Questo è causato dalla popolarità di piante come il sandalo indiano, di cui molte piante vengono abbattute prima di raggiungere la completa maturità.
Essendo il sandalo una pianta emiparassita la sua eradicazione crea un forte squilibrio nel suo originale ecosistema.

Foto del sandalo indiano, una pianta popolare spesso utilizzata dall'industria dei profumi per la produzione dei suoi prodotti.
Foto del sandalo indiano, una pianta popolare spesso utilizzata dall’industria dei profumi per la produzione dei suoi prodotti.

Alcuni degli effetti già causati dalla riduzione degli alberi di sandalo sono l’alterazione dell’equilibrio idrico in alcune aree e l’aumento di specie invasive.
Un’altra coltivazione che crea problemi ambientali è la vaniglia del Madagascar. L’80 percento della vaniglia mondiale viene da quest’ isola e questa monocultura ha causato deforestazione e perdita di foreste pluviali.
Inoltre la dipendenza dell’economia locale da questa coltivazione implica che, essendo il prezzo della vaniglia molto volatile, la forte instabilità ha forti impatti sulle comunità locali. 

Il documentario della BBC sul gelsomino egiziano

Nella primavera del 2024 la BBC rilascia una delle sue investigazioni, questa volta sul mondo dei profumi, in particolare sul gelsomino egiziano.
Circa la metà della produzione mondiale di gelsomino è prodotta in Egitto e si stima che ci siano circa 30mila persone coinvolte in questo commercio.

Quando la giornalista e attivista della BBC decide di scavare più a fondo in quest’industria si trova ad osservare una famiglia (la madre e quattro figli la cui età va dai 15 ai 5 anni) svegliarsi nel mezzo della notte per iniziare a raccogliere il gelsomino alle 3 del mattino fino alle 8.

Coltivatore di gelsomino nella città di Gharbiya, in Egitto.
Coltivatore di gelsomino nella città di Gharbiya, in Egitto. Foto: AFP / La Razón.

Ogni Kg di gelsomino viene pagato 45EGP (1.40$) quindi 4 persone possono guadagnare circa 1$ al giorno, una cifra al di sotto della decente sussistenza.

Ci sono diversi campi di gelsomino nell’area, gestiti o comunque connessi a maggiori industrie ( Fakhry & Co, Machalico e Hashem Brothers sono alcune di quelle analizzate nel documentario). Da questi centri di raccolta i fiori vengono poi inviati ad industrie quali Symrise, Givaudan, Firmenich o IFF, dove si crea la fragranza.

Il vero prezzo dei profumi

Quando si cerca di scoprire più dettagli sulle condizioni dei raccoglitori si incontrano molti ostacoli, evidenziando la mancanza di trasparenza dell’industria delle fragranze.
Quasi tutti i marchi in commercio sono creati da una manciata di multinazionali, da dei master profumieri (i “nasi” responsabili della creazione di nuove fragranze) che decidono anche il budget per ogni singola nuova fragranza.
Nell’investigazione i due marchi più sotto osservazione sono Lancôme e Aerin Beauty che sono, rispettivamente parte di L’Orèal e di Estèe Lauder, due dei titani dell’industria dei profumi.

La vie est belle, profumo Lancôme, uno dei profumi più popolari dell'industria profumiera di oggi.
La vie est belle, profumo Lancôme, uno dei profumi più popolari dell’industria profumiera di oggi. Foto: Lancôme.

Come spiegato dal master profumiere Christophe Laudamiel, il prezzo medio del liquido all’interno della bottiglia di profumo è di circa 1$, 1.5$ e il costo dei raccoglitori è solo una parte di questo prezzo.
Il rimanente costo medio è di circa 25$ per la pubblicità, la confezione circa 3$, il profitto dei master profumieri circa 15$ e, infine, 35$ come prezzo di distribuzione.  Al prezzo complessivo si aggiunge poi il costo delle tasse (circa il 19%).

 Il mercato dei profumi sta avviandosi verso una direzione più etica?

Le compagnie coinvolte nell’investigazione hanno risposto citando i vari certificati di sostenibilità e di rispetto dei diritti umani da loro ottenuti. Hanno anche dichiarato di non essere assolutamente a conoscenza del fatto che nelle piccole aziende indipendenti da cui provengono i loro i fiori, fossero impiegati minorenni.

Lo stesso vale per le multinazionali coinvolte che hanno dichiarato ignoranza e promesso investigazioni interne. Di fatto però l’unico modo in cui vedremo un vero cambiamento sistematico in un mondo così poco trasparente, è il far sì che le grandi aziende si assumano le loro responsabilità.

Bambini che raccolgono ingredienti per la produzione di profumi da parte di due marchi titanici dell'industria profumiera.
Bambini che raccolgono ingredienti per la produzione di profumi da parte di due marchi titanici dell’industria profumiera. Foto: AP/Norbert Schiller.

La Francia e l’Unione Europea si stanno muovendo in questa direzione, introducendo una legge sull’obbligo della vigilanza.
La prima è stata la Francia, introducendo nel 2017 una legge che rende obbligatorio per le grandi aziende stabilite sul territorio, la responsabilità nell’identificare rischi per i diritti umani o l’ambiente. Dal 2024 una simile legge è stata adottata anche dal Parlamento Europeo.
Questo implica, almeno sulla carta, la possibilità che le multinazionali dei profumi debbano rendere il loro business più trasparente e più sostenibile. Sia dal punto dei diritti umani che dell’impatto ambientale.

Nel frattempo altre iniziative stanno prendendo piede per migliorare la situazione dei raccoglitori. Un’interessante iniziativa è quella di SVI (Sustainable Vanilla Initiative), lanciata nel 2015. Il focus iniziale è migliorare la sostenibilità e qualità della produzione della vaniglia, in particolare in Madagascar e Uganda. L’obiettivo è di stabilizzare il mercato della vaniglia e, soprattutto, migliorare la qualità della vita delle persone che ci lavorano.  

Coltivazione della vaniglia in Madagascar, uno dei principali ingredienti utilizzati dall'industria dei profumi.
Coltivazione della vaniglia in Madagascar, uno dei principali ingredienti utilizzati dall’industria dei profumi. Foto: Entorno Agropecuario.

Diverse altre associazioni ed iniziative si stanno attivando per i lavoratori nei vari campi come il gelsomino o la rosa. L’idea di base è migliorare la vita dei lavoratori, ma anche trovare un prezzo equo per il prodotto che, nel lungo termine, porterà ad una stabilizzazione del mercato e ad un miglioramento della qualità del prodotto finale.

L’industria dei profumi: un’incredibile espansione

Il mercato delle fragranze è in continua espansione. Nel 2023 ha registrato un boom di vendite del 13% contro un anno di vendite già notevoli, un successo senza precedenti.
All’inizio del 2024 Karine Lebret, vice presidente globale di Scent Science e Fragrance Design del Gruppo L’Oréal, ha risposto ad alcune domande di Ansa.it in merito a questa incredibile crescita.

Karine Lebret, vice presidente globale di Scent Science e Fragrance Design del Gruppo L’oréal.
Karine Lebret, vice presidente globale di Scent Science e Fragrance Design del Gruppo L’oréal. Foto: Nez Magazine.

Esordisce dichiarando che questo successo ha in realtà un motivo storico, l’effetto “post-Covid”. La possibilità (o la temporanea perdita) di perdere l’olfatto ha fatto capire a molte persone l’importanza del sentire gli odori, i profumi. Ha fatto scattare una connessione tra la possibilità di annusare, di godere delle fragranze con la salute, la gioia di vivere. 
Per questo, dichiara, dopo la pandemia si è registrato un aumento degli acquisti, introducendo al mercato anche la generazione Z. Da qui deriva la sopracitata espansione, fino a raggiungere i 50 miliardi di euro del 2023 (e con prospettive di crescita nel 2024).
Nello specifico il settore profumi del Gruppo L’Oréal, uno degli attori più potenti sul mercato, sta registrando una crescita del 17%.

In questo contesto di crescita è fondamentale riuscire ad imboccare la direzione giusta per far sì che oltre ai guadagni spettacolari per le aziende si possano vedere dei benefici per le persone che, di fatto, sono alla base dell’industria dei profumi, i raccoglitori.