Credits: Viktor Hanacek

Il suicidio nel periodo natalizio

author
Andrea Allegra
Translation
Chiara Conti

Voice-over: Cinzia Pascali

Da diversi anni esiste una convinzione diffusa che vedrebbe aumentare il numero dei suicidi nel periodo natalizio. Si crede infatti che, durante le feste di Natale, ci sia una maggiore propensione a ricorrere a questo estremo atto autolesionista. La situazione reale, invece evidenzia una diminuzione proprio durante questo lasso di tempo, vedendo un calo statistico sostanziale. Spesso infatti si pensa che la depressione Natalizia, nota nei Paesi anglosassoni anche come Christmas Blue, sia seguita a pari passo dal suicidio.

Fattori psicologici

Sicuramente il Natale è sovraccaricato di aspettative, sia psicologiche che materiali. Il fatto che sia un periodo di festa non vuol dire che chiunque sia dell’umore di esserlo. Le cause possono essere la solitudine, un lutto recente o semplicemente la sensazione di non essere pronti a festeggiare solo perché il mondo intero lo sta facendo. Il Natale è anche sinonimo di riunione con gli altri e quindi la prospettiva che questo accada può generare stress. In secondo luogo possono esserci problemi finanziari che, durante quel periodo, vengono appesantiti da spese ulteriori. La sensazione che il suicidio nel periodo natalizio sia in aumento è stata fomentata anche dall’apporto dei media che, fino a poco tempo fa, non hanno considerato le statistiche riportate dagli istituti che monitorano questi fattori. Uno studio molto importante di due psichiatri,  Gene Beresin e Steven Scholzman, pubblicato sul Clay Center for Young Healty Minds , evidenzia che la situazione è cambiata, mettendo in evidenza quanto sia più la primavera a incontrare questi eventi nefasti piuttosto che l’inverno, e dichiarano:

Sebbene si creda che l’inverno sia la stagione con il maggior numero di suicidi, la realtà è un’altra: la primavera tende ad avere tassi più alti. Crediti: Filip Bunkens

Ci piacerebbe che il mito secondo cui l’inverno è la stagione peggiore per i comportamenti suicidi venisse messo in discussione. Semplicemente non lo è, e in realtà non lo è mai stato secondo la ricerca. Nel 2010, la Annenberg Foundation ha lanciato un appello appassionato affinché, come società, ci allontanassimo da questa nozione fuorviante. Allo stesso tempo, vorrei ricordare a tutti che la primavera porta con sé i suoi rischi psichiatrici e che, per quanto possibile, dovremmo essere più vigili sui comportamenti suicidi durante i mesi più caldi.

Procedendo nella ricerca un altro sito accademico, l’Anneberg Public Policy Center, in uno studio, ha evidenziato anch’esso che i mass-media abbiano collegato in modo sbagliato i suicidi con il Natale. Per questo problema, questa convinzione ha preso piede in tutto il mondo.

Il suicidio nel periodo natalizio: il Christmas Blues.

Il Christmas Blue è una sensazione, uno stato d’animo che nasce dalla distorsione tra il clima gioioso del periodo natalizio e il sentimento negativo che una persona può provare proprio in quel periodo. L’insieme di elementi così detti positivi, quali atmosfera, luci, celebrazioni e incontri familiari, si contrappongono agli stati d’animo quali la malinconia e la tristezza percepiti da diverse persone. I motivi per cui si viene a creare questo contrasto possono essere diversi:

  • Fattori climatici e durata delle giornate: in diverse parti del mondo il Natale cade in periodi freddi (basti pensare all’Europa o agli Stati Uniti) dove il clima è particolarmente rigido e le ore di sole sono inferiori a quelle del buio. Elementi che possono creare un disagio sia fisico che mentale.
  • Stress Finanziario: chi non sta passando un periodo di finanze particolarmente favorevole, vede questi momenti come una minaccia alla propria precarietà. La visione del Natale si sta fortemente evolvendo da un evento spirituale a uno commerciale. Per poterlo festeggiare si sente l’obbligo di acquistare in ogni dove.
  • Quantità di segnali sui social media: in questo periodo la gente viene sommersa da condivisioni e messaggi che, spesso, possono rivelarsi controproducenti. Un eccesso di stimoli può creare stress.
  • Immagini irrealistiche: i mass media creano una visione del Natale perfetto. Case perfettamente addobbate, atmosfere da fiaba, cene stupende e conviviali. Questi elementi poco hanno a che fare con la realtà e, spesso, portano a pensare che quello che si è realizzato in questo periodo, non sia mai all’altezza delle aspettative.
  • Solitudine: anche in questo caso l’aspetto sociale conta tantissimo. I motivi della solitudine possono essere diversi, quali il trovarsi lontano dalla famiglia o comunque distanti dagli affetti; non avere contatti con nessuno, sia per questioni di età o semplicemente perché non si hanno persone con cui festeggiare. Tutto ciò crea un effetto malinconico che si inasprisce ancora di più con i ricordi di un passato più felice.

 Come fronteggiare questo periodo?

La solitudine e la tristezza non conoscono date. Crediti: Kerkez

Esistono diversi modi per fronteggiare questo periodo, in modo tale da poter superare tutti quei sentimenti bui che compaiono. Probabilmente la cosa più importante è non farsi coinvolgere troppo dalla situazione, rimanendo legati alle proprie abitudini e alla routine di tutti i giorni. Il Natale è molto bello e anche importante, ma sicuramente non tanto quanto la propria esistenza. Rispettare e riconoscere i propri limiti aiuta ulteriormente a capire che, durante le feste, non bisogna strafare per accontentare gli altri. Tutto ciò che può fare piacere alle altre persone, può non essere l’ideale per sè stessi, quindi, ogni tanto, si può dire anche no. Allo stesso tempo è utilissimo prendersi cura del proprio corpo e della propria mente, facendo tutto quello che può migliorare lo stato di salute: camminare quando il sole è ancora alto, leggere, continuare i propri hobbies. Evitare situazioni o compagnie che possono in qualche modo infastidire la giornata. Rimanere e pensare al presente, senza perdersi in ricordi particolarmente tristi o malinconici: può capitare, infatti, che il Natale diventi un elemento che scandisca solo l’assenza di chi non c’è più, rimanendo così insensibili agli stimoli positivi dei quali si potrebbe godere.

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