“Nella moda nulla si crea nè si distrugge”. E’ con quest’ affermazione che lo stilista britannico Christopher Raeburn riassume il suo pensiero sul mondo della moda e su come andrebbe ripensato il processo produttivo dell’intera filiera.
Il rapporto tra sostenibilità e moda è diventato uno degli argomenti più discussi degli ultimi anni, e anche al fashion system si chiedono risposte chiare e azioni concrete. Una soluzione arriva da Christopher Raeburn, che nel 2008 fonda RÆBURN, un marchio interamente sostenibile in cui il design quotidiano incontra una produzione consapevole.
Primo stilista a ottenere la Newgen sponsorship per entrambe le collezioni uomo e donna, Christopher Ræburn ha vinto diversi premi come il titolo di “Brand of the Year” ai Drapers Sustainable Awards 2020. Inoltre, una delle sue collezioni è stata esibita al Design Museum di Londra come parte del programma “Sustainable Futures Made in Portugal”.
Cresciuto esplorando la natura della foresta di Markbeech nel Kent, e collezionando abiti militari che adesso custodisce gelosamente nel suo studio, per Christopher Raeburn nella moda nulla si crea nè si distrugge e avere consapevolezza ed etica ambientale vuol dire sapere esattamente come, dove e perché produci le tue creazioni.
La sua creatività si è sviluppata di pari passo all’idea di funzionalità, puntando a usare i materiali in modo intelligente, riducendo gli sprechi senza rinunciare all’estetica. Il risultato è una manifattura responsabile in cui nulla si crea nè si distrugge che utilizza tessuti pre-esistenti.
«C’è così tanta roba là fuori, che invece che comprare del materiale nuovo io mi chiedo cosa posso smontare e ricostruire per farlo diventare contemporaneo e bello. Il processo è esaltante» – ha dichiarato in un’intervista lo stilista.
L’etica del RE-MADE: nulla si crea nè si distrugge
L’etica del RE-MADE ha aperto la strada alla rielaborazione di tessuti e indumenti in eccesso per creare pezzi unici fatti a mano e funzionali. Questo approccio innovativo in cui nulla si crea nè si distrugge, equilibrio tra alta creatività, accessibilità e vestibilità, è applicato al menswear, alla donna, ai bagagli e agli accessori. Non c’è materiale che Raeburn non sia in grado di recuperare. I materiali usati nelle sue collezioni sono infatti interamente “re-made in England”. Stock di tessuti provenienti dagli ambiti più disparati che vengono riutilizzati e portati a una nuova funzione. Raeburn punta anche a mantenere la sua produzione in Inghilterra, supportando le realtà artigianali locali che producono materiali di alta qualità a basso impatto ambientale.
Un approccio che lo stilista di East London ha portato avanti da sempre. Un paracadute comprato per 30 sterline su eBay trasformato in 8 capi della prima sfilata. Scialuppe di salvataggio della collezione AI 2015 e parafreni trasformati in giacche e t-shirt presentati a Pitti 98. Per la collezione FW 18 Raeburn ha ricostruito vecchie giacche a vento di nylon come impermeabili, anorak e top sportivi, e rielaborato poncho tedeschi antivento in parka contemporanei.
RAEFOUND: surplus militare trasformato in prèt à porter ecochic
RÆFOUND, un gioco di parole tra il cognome del designer e il verbo ritrovare. La collezione, o per meglio dire la riproposizione di selezionati capi, vuol essere la soluzione intelligente alla crescente crisi ambientale e al problema dell’aumento globale di stock di vestiti, esponenzialmente cresciuto in volume anche a causa della situazione pandemica attuale. 43 pezzi di surplus di abbigliamento e accessori militari originali e mai indossati, acquistati personalmente da Christopher Raeburn, creano una gamma completa di taglie che è stata messa insieme cercando nelle fabbriche di tutta Europa. C’è uno splendido gilet da pilota britannico con tasche dal bordino in pelle e cerniere con utensili di precisione e diversi look camouflage da spedizione nel deserto.
A differenza di quanto era stato fatto nella collezione Raeused (pezzi militari tagliati e ripersonalizzati), qui l’unico intervento è l’aggiunta di patch RÆFOUND come marchio di provenienza e di certificazione della qualità dei capi. Tutte le informazioni sul capo si troveranno su un Qr-code che si potrà scannerizzare con il proprio telefono.
Nulla si crea nè si si distrugge anche nelle collaborazioni
Collaborare con brand e designer determinati a dare una svolta positiva al settore è da sempre fonte di grande motivazione per RÆBURN. La capacità di Christopher di fondere utilità e sostenibilità con desiderabilità estetica ha dato vita a numerose collaborazioni all’insegna della sostenibilità condivisa.
Raeuburn e Aesop
La partnership tra Raeburn e il marchio australiano di prodotti di skincare Aesop ha l’obiettivo di soddisfare le esigenze di travellers che cercano prodotti pratici e funzionali. Il risultato è Adventurer Roll Up, una trousse portatile per la cura delle mani in viaggio, disponibile in tre varianti. Realizzata per l’80% in cotone riciclato, tre tasche funzionali ospitano un trio di prodotti Aesop (Resurrection Rinse-Free Hand Wash, Resurrection Aromatique Hand Balm e il nuovo Resurrection Rinse-Free Hand Mis). Una fascia in cotone a marchio condiviso permette di arrotolarla in modo sicuro per portarla in viaggio o in borsa durante la giornata.
Una versione limitata di 300 pezzi, creata impiegando cartine di navigazione aeronautica degli anni ’60 che raffigurano territori colpiti dal cambiamento climatico come il Borneo, colpito da un’estrema deforestazione, e il Lago d’Aral, ritiratosi a causa della sovrapproduzione. Una singola cartina permette di realizzare quattro Roll up, senza alcuno scarto di materiale.
Infine RÆBURN e Aesop offrono una versione open source del loro tessuto in modo che chiunque abbia dimestichezza con la macchina da cucire possa realizzare la propria trousse.
The North Face x Raeburn
La capsule collection “Raemade from old tents“ comprende tre diversi modelli: Rae, Tote e Drawstring. Due borse a tracolla, una grande e una con lacci, e uno zaino sacco realizzati a mano riciclando vecchie tende vendute da The North Face. Presentata a marzo 2019, la collezione è contraddistinta dall’iconico logo TNF e dallo slogan di RÆBURN “REDUCED, REUSED RECYCLED, RÆBURN” nelle cinghie. C’è una tasca interna per lo stoccaggio aggiuntivo e ogni borsa può essere riposta in una piccola tasca. I tre modelli ambiscono a ridurre gli sprechi e produrre articoli di “bagagerie” di altissima qualità ed eco-compatibili.
Timberland x Ræburn
In linea con la sua filosofia REMADE, Raeburn ha utilizzato paracaduti militari dismessi per ricreare le originali silhouette Timberland, tra cui l’iconica giacca Weatherbreaker. Questi pezzi unici sono stati d’ispirazione per la collezione Autunno-Inverno ’19 Timberland x Ræburn.
Short e magliette a manica lunga, felpe girocollo e con cappuccio, joggers e pantaloni cargo oltre ad una vasta serie di capispalla. I pezzi di punta includono il Brooklyn Fabric Mid Hiker da uomo e il Delphiville Fabric Mid Hiker per la collezione donna. 17 capi Mainline e 11 modelli in Limited Edition realizzati in materiali riciclati, come il ReBolt, un filato leggero e traspirante di proprietà Timberland, composto per il 40% da plastica riciclata. Esteticamente la collezione sfrutta un color blocking geometrico nelle tonalità del rosso, grigio, nero e oliva. L’originale banda Timberland x Ræburn è abilmente utilizzata come laccio, gancio delle zip, copertura delle cuciture e in altri punti strategici, dando ai capi un aspetto audace e contemporaneo.
Eastpack by Christopher Raeburn
I tessuti riciclati che Christopher Raeburn ha utilizzato per una edizione limitata di zaini Eastpack provengono dalle uniformi della British Military e British Border Force. Il risultato è un patchwork di fantasie camouflage vintage che contrastano con i pannelli in gomma fluorescenti, appartenenti alle giacche della polizia. Il modello Padded Park’r, mantiene la sua silhouette iconica. Bust, zaino altamente funzionale, combina fantasie in camo vintage con dettagli fluorescenti ad alta visibilità. Mentre Plister è una sacca da viaggio versatile. Di ogni modello esistono solo 100 pezzi e, data la provenienza, non sarà mai possibile trovare due modelli del tutto uguali.
Raeburn e Layer
Raeburn e lo studio di design Layer hanno unito le forze per realizzare un progetto che celebrasse il mondo del design industriale in versione sostenibile. Con l’intento di valorizzare e contestualizzare materiali circolari ancora validi, un paracadute è diventato una sedia. La struttura è in acciaio mentre le parti di paracadute vengono usate per dare forma al corpo della sedia, sfruttando la particolare resistenza del tessuto.
Raeburn ha anche collaborato con lo specialista delle calzature Palladium per trasformare gomma riciclata e cuoio di recupero in sneakers fluviali e calzini impermeabili.
Infine, un accordo con Blackhorse Lane Ateliers ha portato alla realizzazione di coraggiosi pantaloni corti in denim.
WORKSHOP PER INSEGNARE LA SOSTENIBILITA’
Nella sua sede di East London, ex fabbrica di Burberry recuperata e riadattata, il Raeburn Studio è anche aperto al pubblico. Molti i workshop in programma ogni mese: dal come trasformare un tessuto di recupero in una borsa a come fare un pupazzo da scampoli. Un modo tangibile (e divertente) per far passare il messaggio che ognuno di noi può fare qualcosa, senza estremismi.
Con la stessa finalità educativa la campagna “BUY NOTHING, RÆPAIR SOMETHING” promossa durante lo scorso Black Friday . Al fine di promuovere i concetti di riparazione, riuso e riciclo, con il claim “RÆMADE, RÆDUCED, RÆCYCLED”, le persone erano state incoraggiate a recarsi presso il RÆBURN Lab portando con sé vecchi capi, indipendentemente dal brand, per farli riparare o modificare dalle sarte presenti in loco.