MYAR è l’anagramma di Army ma significa anche “My Ar”, dove “Ar” sono le iniziali di Andrea Rosso, founder di questo progetto sostenibile che mixa l’universo militare, quello sportivo e lo streetwear.
Figlio del fondatore di Diesel, Renzo Rosso, Andrea nel 1994 aveva creato il marchio streetwear “55DSL”, poi inglobato da Diesel nel 2014. Oggi Andrea Rosso occupa il posto di direttore creativo di tutte le licenze Diesel, oltre ad occuparsi di MYAR.
Quando Diesel ha inglobato 55DSL, ho perso la mia squadra di lavoro, composta da designer, product manager, modellisti. Ho iniziato a cucire da solo a casa con la mia macchina da cucire PFAFF. Una sera ho preso due magliette grigie degli US ARMY e ho tagliato il logo ARMY in due parti (AR/MY). Sacrificando una t-shirt nel processo e applicando le lettere con la mia macchina da cucire sull’altra t-shirt non tagliata è nato MYAR. Ho deciso che volevo creare la mia “ARMY” utilizzando solo capi con un background militare, che erano già stati indossati da altre persone.
Andrea Rosso a proposito della nascita di MYAR
MYAR è la concretizzazione della passione del designer per il vintage e l’abbigliamento militare. Il brand si caratterizza per il look dei suoi capi, che offrono una visione moderna del passato.
Ad oggi MYAR ha sviluppato 8 collezioni, ognuna finalizzata a valorizzare un tema legato al mondo della sostenibilità e dell’upcycling. Le collezioni sono composte da capi di abbigliamento militare vintage, a cui viene restituita nuova vita grazie a piccoli interventi sartoriali, ricami e lavorazioni, effettuati presso fabbriche locali in Veneto.
I capi provengono da archivi di divise militari e sono frutto di una ricerca di second-hand continua – non è raro trovare un motivo mimetico tedesco a goccia mischiato ad una stampa mimetica italiana. Sul website ufficiale di MYAR è possibile guardare il making off di alcuni capi, come il pantalone utilizzato dall’Esercito Italiano negli anni ’90 che viene reinventato e diventa un pantalone della tuta, oppure il parka US Army che diventa un bomber.
Il modo che abbiamo di operare si basa sul conoscere chi lavora con noi e il modo in cui lavorano. Poi ci sono le certificazioni che sono fondamentali, la conoscenza dei materiali, che devono essere riciclabili, riciclati e biodegradabili. Siamo molto attenti poi alle tinture a freddo. Su ogni capo il cliente trova un QR code che racconta la storia del capo. Il fine è quello di aumentare il più possibile la trasparenza.
Andrea Rosso a proposito di sostenibilità
Recentemente Andrea Rosso ha lanciato la linea “MYAR Kids“, disegnata per bambini e bambine di età compresa tra i 4 e i 12 anni, prodotta e distribuita dall’azienda Brave Kid, del gruppo Otb (Diesel, Marni, ecc.). MYAR Kids utilizza solo rimanenze di tessuti provenienti dalle diverse aziende del gruppo Otb, ed è interamente Made in Italy.
La linea comprende t-shirt e felpe del marchio stampate con immagini di creature marine in pericolo, razze, tartarughe, balene. Le stesse grafiche di animali acquatici disegnate a mano si mischiano con slogan ecologici e diventano stampe allover che arricchiscono le camicie utility e i pantaloni cargo realizzati a partire da indumenti militari originali in camouflage americano. Ci sono anche Tessuti in cotone dead stock che provengono da camicie hawaiane vintage, utilizzate in precedenti collezioni MYAR.
Per me MYAR è il bambino che educa il genitore, anche con le grafiche che rispecchiano quello che succede nei mari. E’ una sorta di manifesto, come se il bimbo dicesse ai genitori ‘ricordatevi di quello che avete fatto’. Indossando le t-shirt e le felpe stampate con immagini di creature marine in pericolo, tartarughe, balene che ogni giorno devono fare i conti con la plastica e le reti da pesca che inquinano il loro ambiente naturale, il giovane esercito di Myar Kids ricorda ai grandi di essere gentili e premurosi con Madre Natura.
Andrea Rosso a proposito di MYAR Kids
Tra i progetti futuri di Rosso c’è quello di lanciare un “MYAR Tour” in giro per l’Italia, che possa istruire i giovani a riutilizzare i loro capi e fare upcycling.