Delivery e sartoria: Sojo App è la novità del momento.

Translation
Belen Espino
By
Anna Quirino

Sojo App – ovvero un’app che ti permette di riparare, ricucire, accorciare i tuoi vestiti senza che tu debba uscire di casa. E in pochissimi secondi. Sembra un sogno, ma non lo è.

Grazie all’innovativa intuizione di Josephine Philips, ventitreenne inglese laureata in fisica e filosofia, da gennaio 2021 Sojo App è realtà. In un mondo inquinato dal fast fashion (Boohoo ha riferito che le vendite nel Regno Unito sono aumentate del 50% nel 2020), Sojo App è un modo innovativo di ridare vita ad abiti che altrimenti rimarrebbero dimenticati nell’armadio o che, ancora peggio, verrebbero gettati in una discarica.

Sojo App
La fondatrice di Sojo App Josephine Philips

“Clothing alterations and repairs, made easy”, c’è scritto sulla homepage dell’app, ed è davvero così. Utilizzare Sojo App è facilissimo. Basta inserire il proprio codice postale e decidere quale sarto locale sembra adatto per la propria richiesta, selezionando il servizio di cui si ha bisogno. Una volta evaso l’ordine, un corriere in bicicletta ritira il capo, che viene poi restituito, pronto da indossare, entro cinque giorni. I prezzi sono fissati dai singoli sarti e variano tra le 12 e le 40 sterline.

Sull’app è possibile vedere la foto e leggere la storia del professionista a cui ci si sta rivolgendo. “Personalmente mi piace sapere chi sto supportando al momento dell’acquisto. Non volevo che i clienti si sentissero distaccati dall’attività che stavano sostenendo solo perché lo stavano facendo sul loro telefono“, spiega Josephine Philips.

Sojo App, un’intuizione e il suo sviluppo

Le lavoratrici dell’abbigliamento vengono sfruttate da alcune aziende di fast fashion, e Josephine se n’è presto resa conto. “Non potevo supportare marchi che facevano affidamento su una struttura e una strategia aziendale oppressive per avere successo. Per questo motivo, ho iniziato a cercare modi diversi di fare acquisti, su app di second-hand come Depop o da marchi sostenibili“.

Mi ero allontanata dal fast fashion e compravo quasi esclusivamente vintage già da un po’, ma spesso gli abiti non erano della giusta taglia per me“, racconta Josephine Philips a Refinery29. “Volevo modificarli per adattarli a me, ma non sapevo cucire. Ho pensato che sarebbe stato favoloso se avessi potuto farlo con il mio telefono, in pochi semplici clic“.

Oggi ogni fase della filiera della moda dovrebbe essere reinventata tenendo a mente lo sviluppo sostenibile. Dai materiali realizzati; agli agricoltori che li producono; ai processi di tintura; alle fabbriche che li trasformano; passando tramite l’atteggiamento dei consumatori e il modo in cui i vestiti vengono smaltiti. “Bisogna fare in modo che tutti i consumatori si sentano parte del problema e capiscano che, anche con piccoli gesti, è possibile fare qualcosa“, dice a tal proposito Josephine Philips.

Collegando i clienti ai sarti locali, Sojo è anche un’ottima risorsa per coloro che non vivono vicino a un sarto o non possono uscire di casa. “Molti di questi sarti hanno decenni di esperienza e i servizi che forniscono sono di altissimo livello, ma le fasce di consumatori più giovani non li conoscono“, racconta Josephine, spiegando come il suo obiettivo sia anche quello di far rivivere un mestiere tradizionale come quello del sarto. “Le loro attività e la loro esperienza meritano di essere sostenute“.

Oggi l’app è disponibile solo a Londra, nelle zone 1 e 2, ma si espanderà presto anche a Brighton e Bristol.