Da frutta a tessuti per abbigliamento, è davvero possibile? La risposta è sì, grazie ad alcune recenti innovazioni nel settore tessile, che si stima essere responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale.
Avevamo già parlato di DESSERTO, la pelle di cactus vegana prodotta in Messico e impiegata da alcuni brand (come l’italiano Roberto di Stefano) per realizzare borse e accessori. Come DESSERTO, ci sono numerosi altri materiali ricavati da vegetali e scarti ortofrutticoli.
Bananatex, la fibra estratta dall’Abacá
Introduciamo Bananatex, il primo tessuto resistente, impermeabile e compostabile al mondo realizzato esclusivamente con piante di banane di Abacá, anche chiamata “canapa di Manila”. L’Abacá è una pianta della famiglia delle banane che produce fibre al posto di frutti. I banani della varietà Abacá crescono in silvicoltura biologica. Le piante sono coltivate nelle isole Filippine, nella provincia di Catanduanes e non richiedono trattamenti chimici come pesticidi o fertilizzanti.
In un anno un albero di banane può compensare le emissioni di CO2 della produzione e del trasporto di più di 10 borse.
La parte della pianta utilizzata per realizzare il tessuto sono gli steli, che si rigenerano completamente entro un anno dal raccolto. L’autosufficienza di questa pianta l’ha resa importante per il rimboschimento di aree un tempo erose dalle piantagioni di palme.
Le fibre restano ad essiccarsi per qualche giorno prima di essere raccolte. Una volta che le fibre sono state trasformate in filato presso una cartiera di Taipei, a Taiwan, al tessuto vengono applicati trattamenti di finitura a basso impatto ambientale per una maggiore durata. Tra questi, il trattamento idrorepellente Ruco®-Dry Eco Plus (per la superficie) e il rivestimento impermeabile in cera naturale (sul retro). Inoltre, il metodo di tintura del filato applicato è certificato Oeko-Tex® Standard 100.
Il brand QWSTION, borse e marsupi in Bananatex
Il tessuto Bananatex è stato inventato, dopo tre anni di ricerca, da Sebastian Kruit, Christian Kaegi, Fabrice Aeberhard, Matthias Graf e Hannes Schoenegger, designer e ingegneri che nel 2008 hanno fondato “QWSTION“, brand di zaini e borse per la vita quotidiana. L’approccio del brand è volto a realizzare soluzioni sostenibili che attingano alla tradizione del design modernista svizzero e siano funzionali per la vita di tutti i giorni. Già nel 2013 le collezioni “QWSTION” erano realizzate in cotone biologico e pelle vegana.
Tutti i prodotti sono prototipati nell’atelier di “QWSTION” a Zurigo. La produzione avviene in Europa e Cina, nella città di Huizhou, dove ha sede una piccola fabbrica a conduzione familiare, controllata dal BSCI (Business and Social Compliance Initiative) con cui il brand collabora dal 2010. La fabbrica, gestita dai coniugi Wan e Lai, lavora da più di 30 anni nella produzione di borse.
Bananatex non è brevettato, ma bensì è un progetto completamente open source, perché i fondatori vorrebbero incoraggiare altri brand ad impiegare questo tessuto.
La collezione Bananatex di Qwstion include borse e zaini di varie dimensioni, ma anche marsupi. C’è Roll Pack, zaino arrotolabile e versatile che può adattarsi al suo contenuto grazie a una chiusura roll top flessibile. C’è poi Hip Pouch, un marsupio con opzioni di trasporto regolabili per portare con sé l’essenziale. Tra gli ultimi arrivati, la Flap Tote Collection e la Minimal Collection. Recente è anche la sedia Mae, realizzata in collaborazione con lo studio di design tedesco PALAIUS.