La sostenibilità abbraccia diversi concetti, tutti mirati al rinnovamento delle risorse, rendendone equilibrato il consumo. Ma non solo, l’ecosostenibilità ci parla anche di etica e rispetto e questo vale per tutti gli esseri viventi del pianeta; ci parla di una prospettiva senza crudeltà, che abbiamo riflesso in questo editoriale per rafforzare il legame che esiste tra gli animali e le persone.
Questo editoriale è stato realizzato presso la Fattoria Capre e Cavoli con l’aiuto dei volontari della struttura, ai quali estendiamo la nostra gratitudine per la collaborazione, ma soprattutto per il lavoro che svolgono in questo ricovero per animali.
Un ringraziamento particolare a Massimiliano Nicolosi, fondatore della struttura che ha gentilmente aderito al nostro progetto e ha facilitato il nostro lavoro.
Un mondo sempre più green è possibile!
Il settore della moda sta ampliando la disponibilità di elementi ecosostenibili. Per lo styling avviamo avviato una collaborazione con il negozio Live in Vintage e di diversi brand di make up vegani, mettendo così in risalto la naturale bellezza dei modelli in un ambiente privo di contaminazioni e crudeltà.
Vogliamo puntare sulla protezione degli animali che fa parte della conservazione, non solo delle risorse ma anche della vita. Ognuno di questi esseri ha un ruolo significativo nello sviluppo e nella sopravvivenza della natura, il loro sfruttamento può portare al loro e al nostro sterminio; Pertanto, amarli è un’opzione ma rispettarli un obbligo.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di dimostrare che la moda può vestirsi di verde a 360 gradi. Questo lavoro è stato svolto da un team di professionisti interessati alla sostenibilità ed è stato prodotto in un ambiente e con materiali rispettosi dell’ecosistema.
“Non si devono misurare gli animali col metro umano. Sono creature complete e finite, dotate di un’estensione dei sensi che noi abbiamo perso o non abbiamo mai posseduto, e che agiscono in ottemperanza a voci che noi non udremo mai. Non sono confratelli, non sono subalterni; sono altre nazioni, catturate con noi nella rete della vita e del tempo, compagni di prigionia nello splendore e nel travaglio di questa Terra“. Henry Beston, The Outermost House, 1928