Tra i tanti “itinerari” che abbiamo percorso finora insieme ai tanti artisti del mondo dell’arte, oggi il viaggio di passione e riciclo è in Italia e parleremo di una tematica fondamentale, in comune tra “The Green Side of Pink” e l’artista Fabio Ferrone Viola: il riciclo. Si parlerà di come l’inquinamento abbia pervaso il mondo, e dell’arte che è arrivata in soccorso.
Nato e cresciuto nella città eterna e con una storia d’arte e fashion design alle spalle. I suoi viaggi intono al mondo e l’esperienza nell’azienda di famiglia fanno di lui l’artista che è ora. Guidato da parte di genitori imprenditori entrò subito nel mondo del lavoro, imparando il ruolo di gestione del magazzino. Negli anni 90 fondò una linea di abbigliamento (Compagnia Italiana) che poi seguì come direttore creativo per molti anni, fino al 2007. Poco dopo decise di fondare una compagnia più piccola con il fratello, e si concentrò al suo percorso di artista.
Caro Fabio noi del team ti ringraziamo per questa collaborazione e siamo ansiosi di conoscere la tua storia. Iniziamo! Cosa ti ha spinto a fare questa scelta sia sostenibile che etica per i tuoi lavori? Pensi che le tue opere rispecchino l’etica del riciclo?
Nelle compagnie che ho fondato l’ecologia è stata ben fissata nelle mie politiche di acquisto, l’attenzione anche in passato era rivolta a ridurre gli sprechi.
Nelle mie opere il riciclo è una fonte di ispirazione, i materiali usati e destinati alla distribuzione sono fonte di scarto, infatti nel 95% delle mie opere questa filosofia è sempre presente, utilizzo anche dei materiali insoliti: armi dismesse, per esempio i cannoni missili, pistole e fucili. Presente anche l’oggetto di plastica per eccellenza che ci ritroviamo ogni giorno fra le mani: i tappi di plastica delle bottiglie, lattina, cassette stereo ma anche taniche di benzina.
I tuoi lavori hanno come focus centrale la citazione alla Pop Art, raccontaci del tuo approccio a questa corrente artistica “sessantina”
Le mie ispirazioni sono molteplici da Robert Indiana, Robert Rauschemberg, i suoi celebri collage hanno attirato la mia attenzione, ma come anche l’artista Jackson Pollock e molti altri.
Nel presente, le nuove metodiche artistiche sono fondamentali nella mia immaginazione, ma in particolare i miei viaggi hanno avuto un forte impatto sulla mia arte; Negli anni Ottanta ho viaggiato negli Stati Uniti, ho seguito dei corsi e dei laboratori di arte presso la New York University. L’America è stata fonte di ispirazione, per il grande fenomeno del consumismo, mentre gli artisti italiani, inglesi e francesi mi hanno regalato poesia e viaggi visivi.
Protagonista delle tue opere è il riciclo, una nuova vita viene data a questi oggetti di scarto, raccontaci della tua mostra personale “Crush”
Crush è il nome della mostra che realizzai al Vittoriano nel 2016. Con questa mostra cercai di dare voce ed esprimere la mia forte sofferenza legata all’inquinamento ha pervaso il mondo. Invitai scuole e università a partecipare, con l’invito a fotografare l’immondizia che trovavano per strada, per poi pubblicarle all’interno dei miei spazi.
Nei tuoi lavori esprimi una forte empatia per la sostenibilità e l’ambiente, cosa pensi sia indispensabile fare per sensibilizzare le persone ad acquistare prodotti a basso impatto ambientale e cercare di condurre uno stile di vita “green”?
Sicuramente il miglior modo per ridurre è eliminare gli involucri di imballaggio in plastica, obbligare le aziende a ritirare i loro prodotti dal mercato, vietando l’usa e getta. Fondamentale sarebbe creare campagne di sensibilizzazione nelle scuole, educare i bambini sin dall’infanzia.
In questo momento storico le tematiche ambientali sono all’ordine del giorno. Qual è il messaggio che vorresti lasciare ai lettori di The Green Side Of Pink e ai fruitori delle tue opere?
Il mio messaggio e’ “ATTENZIONE”, celato sempre nei miei lavori. Ciò che cerco di trasmettere è principalmente il concetto di riutilizzo quello e l’etica di cui abbiamo parlato prima. Oggettivamente anche lasciare un bel ricordo visivo, sia per ciò che vediamo oggettivamente ma anche intuire i materiali che sono stati impiegati per la realizzazione dei lavori.
Penso e spero che i miei lavori possano aiutare alla riflessione di questo grande problema, magari per sensibilizzare le generazioni future.
Siamo arrivati alla fine di questo viaggio di passione e riciclo. Per i più curiosi, le opere dell’artista si trovano nelle gallerie d’arte di Roma RestelliArtCo, Orler e Damiani. Per ovvie ragione non potremo visitare le mostre in questione, ma vi invitiamo a spulciare nel suo Website.
Fabio ci invita a scoprire le opere di amici e colleghi: Luigi Folliero che utilizza prettamente plastica, Luigi LAC Ambrosetti e Biagio Castilletti.
Se vuoi saperne di più sugli artisti che fanno del riciclo un’opera arte, leggi qui.