Un pensiero diffuso e fortemente radicato è a lungo stato che le nostre abitazioni fossero indenni dall’inquinamento ambientale. Per lo stesso motivo, probabilmente, durante lavori di ristrutturazione o manutenzione, la cromia ha rappresentato il criterio principale nella scelta delle pitture. Senza dubbio più del livello di composti volatili. Oggi sappiamo che l’aria all’interno degli spazi chiusi può essere fino a cinque volte più tossica di quella esterna. E, per paradosso, vi trascorriamo sempre più tempo rispetto al passato. Airlite, la pittura che lavora come una pianta, è riuscita perciò a rivoluzionare il settore delle vernici. Un’innovazione tale da meritare l’inserimento da parte delle Nazioni Unite nel 2019 tra le quattro tecnologie attualmente disponibili più efficaci contro l’inquinamento atmosferico.
Il suo inventore, Massimo Bernardoni, coltivava il sogno di riuscire a trasformare le nostre case in grandi purificatori d’aria autonomi. Voleva realizzarlo senza l’utilizzo di energia e con costi contenuti. Proprio dall’osservazione della natura, beneficiaria finale dell’invenzione, e delle sue capacità fotosensibili è arrivata l’ispirazione. Sfruttando un processo simile alla fotosintesi clorofilliana, che consente alle piante di assorbire anidrite carbonica e produrre ossigeno per azione della luce, ha brevettato una tecnologia inserita all’interno di una pittura totalmente minerale, priva di qualunque derivato del petrolio, che si attiva in presenza di luce, sia naturale che artificiale. Correva l’anno 2007.
La pittura che lavora come una pianta: come funziona?
Sulle superfici dove è applicata Airlite genera una concentrazione di elettroni i quali, interagendo con acqua e ossigeno, sviluppano ioni negativi dei radicali ossidanti; questi ultimi successivamente si trasformano, e neutralizzano: una volta combinatisi con le sostanze inquinanti, i batteri, le muffe e i virus (anche il Coronavirus) presenti nell’ambiente diventano banalissimi sali.
Quando utilizzata in esterno, in virtù alla sua capacità di riflettere la componente calda della luce solare, Airlite coadiuva all’abbassamento della temperatura negli ambienti interni. Potenzialmente, quindi, consente un ulteriore risparmio del consumo di energia e delle relative emissioni.
La durabilità dell’efficacia del prodotto è stimata a 10 anni. Sono numerose le certificazioni internazionali che l’azienda può vantare: FRENCH VOC REGULATION (FR), FRIENDLY MATERIALS (ES), ZERO VOC per quanto riguarda gli standard europei; GREEN SEAL, riconoscimento degli Stati Uniti; ed infine CRADLE TO CRADLE GOLD, la più importante certificazione internazionale che analizza la salubrità dei materiali, la loro riutilizzabilità dopo l’uso, l’impiego di energia rinnovabile, la gestione delle emissioni inquinanti, la qualità delle acque nella fase di produzione e l’equità sociale.
Quali sono i benefici di questa vernice che si ispira alla natura?
Secondo quanto riportato dall’azienda, 100 metri quadri dipinti con Airlite hanno lo stesso effetto di altrettanti di foresta per quanto concerne l’assorbimento di CO2. Nella storia dell’architettura prima d’ora solo la pittura a calce consentiva un certo livello di benessere abitativo. Per le sue proprietà intrinseche, garantiva traspirabilità, isolamento termico, antistaticità e soprattutto era considerata un biocida naturale grazie al suo ph fortemente alcalino. Di certo, però, non aiutava a combattere il cambiamento climatico.
Questa pittura che pulisce l’aria ha varcato i confini delle nostre città; la sua fama si è diffusa, infatti, in tutto il mondo grazie alle numerose collaborazioni con street artist. Con il duplice vantaggio collettivo di bellezza e funzionalità. Campagne di crowdfunding hanno sostenuto alcuni di questi contributi; altri sponsorizzati da aziende desiderose di condividere il loro impegno a sostegno dell’ambiente.
Da “Hunting Pollution” di Iena Cruz, capofila di questa nuova forma d’espressione artistica, realizzato nel quartiere Ostiense a Roma, al progetto “Absolut Street Trees” di Città del Messico, il passo è stato breve: l’arte si pone al servizio dell’ecologia e virtuosi esempi di rigenerazione urbana si moltiplicano soprattutto in luoghi ad alto tasso d’inquinamento, sensibilizzando ai temi della sostenibilità ambientale. 100 metri quadri di superficie dipinta con Airlite, afferma l’azienda, compensano le emissioni di traffico veicolare prodotte mediamente da 18 automobili in un anno. Abbiamo l’assoluta necessità che questi progetti si propaghino con la stessa caparbietà di una pianta infestante.
A seguire un piccolo elenco di opere realizzate con Airlite che è possibile ammirare in Italia:
- “Anthropoceano” di Iena Cruz illustra, come sintetizza bene il titolo, l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi marini; in collaborazione con l’associazione Worldrise (via Giovanni Viotti 13, Milano Lambrate).
- Un omaggio, invece, alla biodiversità del mondo marino è firmato da Lucamaleonte; sul muro di un palazzo nel quartiere italiano con la maggiore concentrazione di alloggi popolari, Tor Bella Monaca. “Sotto la superficie” è promosso da Yourban2030 all’interno del programma RIF Museo delle Periferie per lanciare il messaggio che il diritto alla bellezza significa dignità, e la dignità è un diritto.
- Dedicato al movimento LGBT+ e alla lotta per l’affermazione dei diritti civili, “Outside In” neutralizza lo smog di 53 macchine ogni giorno. Opera dell’artista olandese Judith De Leeuw, aka JDL sul muro di una scuola (San Paolo, Roma).
- Alessio-b, nell’ambito del festival biennale Super Walls, in “Look at the stars” ritrae una bambina con un casco da astronauta che sorride indicando il cielo stellato; omaggio a quelle rese celebri da Giotto nella Cappella degli Scrovegni cittadina (via Castelfidardo, Padova).
- Axe fa risuonare “I don’t want your hope”, passaggio del potente discorso pronunciato da Greta Thunberg a Davos nella MAAP (Zona Industriale, Padova) per Super Walls 2019.
- In “Inception as the beginning of an idea or a concept” di Camilla Falsini elementi geometrici danno forma ad una creatura mitologica che emerge come dalle acque per Futurewear Walls, realizzato durante la Green Week su commissione Napapijri (Corso Garibaldi, Milano).
- Nell’ambito del progetto Ikea Loves Earth, SeaCreative ha realizzato “La città che respira” ricoprendo una parete il sottopassaggio della stazione FS con il volto di uomo che si fa largo tra il fogliame (via Trento, Parma).
All’estero:
- “Intuition” è il primo eco-murales dedicato agli ipovedenti, tradotto in lingua braille (Bacău, Romania). Obie, l’artista, ritrae una persona che immagina e riesce a visualizzare il proprio universo nonostante la pressione della propria disabilità. Questo lavoro fa parte del progetto ZidART, con lo scopo di puntare i riflettori sui problemi di inclusione sociale delle persone disabili.
- Maciek Polak e Dawid Ryski raffigurano giganteschi fiori sorridenti intrecciati a grattacieli, su un edificio vicino la metropolitana Politechnika (Varsavia, Polonia). Al centro lo slogan “Create Together For Tomorrow”, così come voluto dal marchio sponsorizzatore: Converse.
- Città del Messico, già citata, celebre per il suo traffico, è la tela su cui si sviluppa il progetto di tre eco-murales per una superficie totale di 2.000 metri quadri nei quartieri di Cuauhtémoc, Juárez e Roma. Uno di questi, raffigurante un albero alto ben 35 metri, è opera del collettivo spagnolo Boa Mistura (Paseo de la Reforma); gli artisti messicani Revost and Seher One hanno dipinto gli altri due lavori.
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