Crediti: Steve Pancrate

Pro e contro del cemento

Il materiale più utilizzato nelle costruzioni

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Viviana Grasso
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Il calcestruzzo è il materiale più utilizzato nelle costruzioni. Pensate che quando avrete finito di leggere questo articolo l’industria mondiale dell’edilizia avrà prodotto circa undici milioni di litri di cemento in più. Sconvolgente vero? Dopo l’acqua, il cemento è la sostanza più utilizzata sul pianeta. È comprensibile perciò come i suoi benefici nascondano enormi rischi per la salute dell’ambiente. Tutta la plastica prodotta negli ultimi 60 anni ammonta, ad esempio, a circa 8 miliardi di tonnellate. L’industria del cemento produce tale quantità circa ogni due anni. In poche parole se l’industria del cemento fosse un Paese, sarebbe il terzo più grande emettitore di anidride carbonica al mondo.

Alternative

Il cemento è un legante idraulico che si presenta sotto forma di polvere. Chiamato anche clinker. Unito con altri materiali di diverse dimensioni (come sabbia e ghiaia) dà origine al calcestruzzo.
Nel mondo circa l’80% degli edifici è interamente realizzato in calcestruzzo. Eppure esistono alternative a questo materiale.
“La paglia e la terra sono per i poveri. Il cemento è moderno!” Questo è ciò che è stato detto ad Alia, un architetto incaricato di costruire edifici turistici in un’oasi sahariana. Mentre osservava le file di camion che trasportavano la sabbia necessaria per produrre il cemento, per oltre 1.200 chilometri, Alia si chiedeva se qualcosa sarebbe andato storto.
Qualche anno dopo Alia Bengana continuava a pensare a quell’episodio. Decise così, assieme al marito Claude Baechtold, di addentrarsi ancora di più nel nebuloso mondo del cemento. Nel suo spietato e silenzioso universo. La loro straordinaria indagine fa riflettere. Coinvolgendo specialisti, professionisti dell’edilizia e persino attivisti ecologici che s’interrogano sulle reali alternative al cemento.

L'architettura brutalista è uno stile nato negli anni '50 e sviluppatosi negli anni '60 e '70. Derivato dal termine francese "béton brut" (cemento grezzo), si distingue per l'uso del cemento a vista e materiali non rifiniti, con enfasi su texture e forme geometriche massicce e monolitiche. Crediti: Dylan Leagh
L’architettura brutalista è uno stile nato negli anni ’50 e sviluppatosi negli anni ’60 e ’70. Derivato dal termine francese “béton brut” (cemento grezzo), si distingue per l’uso del cemento a vista e materiali non rifiniti, con enfasi su texture e forme geometriche massicce e monolitiche. Crediti: Dylan Leagh

Formazione

In un corso di laurea in Francia, intanto, una studentessa di architettura non dimenticherà mai quando: “Il professore annunciò che ci saremmo concentrati sulle costruzioni in cemento.”
Aveva letto da qualche parte come questo fosse un materiale che consuma molte risorse. E si chiedeva se fosse possibile avere ancora questo tipo d’impostazione.
Tuttavia oggi molti, anche nel campo della formazione, esprimono l’auspicio di diffondere la conoscenza di tecnologie più sostenibili. Insieme a quella di architetture più umili ed eque. Più ecologiche e meno impattanti anche nei materiali adottati per costruirle. Il cemento, come abbiamo visto, è un sorvegliato speciale. In altre parole: il tutto cemento è inevitabile? Esistono soluzioni alternative?

Incrementare la durata

Un modo per rendere più ecologico un edificio in cemento sarebbe quello d’incrementarne la durata. Quello che gli architetti chiamano durabilità. Il calcestruzzo ordinario “fisiologicamente” si fessura. Per via della sua instabilità volumetrica nel tempo. In certe condizioni una capacità autoriparante rappresenterebbe davvero una notevole opportunità. Che si può realizzare mescolando, insieme agli usuali ingredienti del calcestruzzo, sostanze che attivino reazioni in grado di contrastare il degrado del materiale. Sostanze che, qualora sollecitate, siano in grado di ripararne i danni. Analogamente al normale processo d’idratazione del calcestruzzo in fase di gettata.
Certo perché anche il cemento ha un ciclo di vita. Che, seppure lungo, non è infinito. E spesso manifesta il suo “fine vita” in modo repentino e disastroso.

La produzione di cemento è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO2, poiché implica la calcinazione della pietra calcarea, un processo che libera grandi quantità di anidride carbonica. Crediti: Dimitrisc
La produzione di cemento è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO2, poiché implica la calcinazione della pietra calcarea, un processo che libera grandi quantità di anidride carbonica. Crediti: Dimitrisc

Una filiera produttiva impattante

C’è da dire che tutto questo però intacca minimamente l’impatto della filiera produttiva. Che, come abbiamo visto, è importante. L’impronta ecologica dell’industria del calcestruzzo è notevole. Dato che è responsabile di circa il 5% del totale delle emissioni globali di CO2. Inoltre questo elemento tiene conto solo in parte del costo ambientale del trasporto e di altri fattori correlati.

Alcune proposte

Una volta che una struttura in cemento armato è stata costruita, il calcestruzzo inizia ad assorbire lentamente la CO2 dall’atmosfera. Mediante il processo di carbonatazione.
Sebbene questo possa essere visto come un modo per compensare parte delle emissioni iniziali di CO2, la carbonatazione riduce anche l’alcalinità del calcestruzzo. Rendendo l’acciaio all’interno della struttura vulnerabile alla corrosione. E diminuendo quindi la resistenza. E di conseguenza la durabilità del manufatto.
Quali sono, allora, le alternative per rendere il calcestruzzo più ecologico? Utilizzare materiali di scarto dell’edilizia nella produzione. Individuare prodotti che richiedano un minore apporto di energia termica nella lavorazione. Migliorare le caratteristiche di resistenza e durata. Abbattere il più possibile le emissioni di CO2.

Costruzione sostenibile: La progettazione di edifici con criteri di sostenibilità permette di massimizzare l'efficienza dei materiali e ridurre l'impatto ambientale attraverso tecniche di costruzione che ottimizzano l'uso del cemento e minimizzano gli sprechi. Crediti: Narcissan
Costruzione sostenibile: La progettazione di edifici con criteri di sostenibilità permette di massimizzare l’efficienza dei materiali e ridurre l’impatto ambientale attraverso tecniche di costruzione che ottimizzano l’uso del cemento e minimizzano gli sprechi. Crediti: Narcissan

Per approfondire: Béton. Enquête en sables mouvants

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