“Facciamo la differenza un capo alla volta”.
E’ questo il motto di Good Sustainable Mood, start-up di moda sostenibile nata a Parma nel 2019 che coniuga tessuti sostenibili ed economia circolare.
L’idea nasce dalla passione di Elena Prestigiovanni che, dopo anni passati a lavorare all’interno d’importanti gruppi di moda italiani ed europei, ha deciso di partire da una sua esigenza di consumatrice insoddisfatta per dare inizio ad un intenso studio su materiali innovativi e sostenibili. Questo ha portato alla nascita di uno dei primi concept store in Italia dedicati esclusivamente alla moda ecosostenibile, poi “germogliato” in una start-up di slow fashion.
Grazie alla sinergia e alla connessione tra le imprese e i potenziali investitori, a luglio Good Sustainable Mood è stata selezionata da Le Village, programma promosso dal gruppo bancario Crédit Agricole a sostegno della crescita e dell’innovazione delle aziende.
Circular Economy e Pre-order per una produzione Zero Waste
Innovazione, sostenibilità e bellezza: questo il trittico valoriale che guida Elena e il suo team di professionisti, composto da giovani under 35, nella produzione di T-shirt (e dallo scorso 26 novembre anche di calze in fibra di eucalipto) nel rispetto dell’ambiente, senza dimenticare l’estetica.
Il processo produttivo di Good Sustainable Mood si fonda sul concetto di Circular Economy e sul principio della sufficienza per ri-disegnare la relazione tra consumatore finale e filiera produttiva. Analizzando ogni passaggio della catena produttiva, vuol garantire un processo quanto più sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale, puntando ad ottenere una produzione Zero Waste. La catena produttiva ha origine dalle richieste dei consumatori che, grazie ad un sistema di Pre-Order, avvia la produzione di conseguenza. Con il pre-order il consumatore prende su di sé la responsabilità di essere il primo anello della filiera produttiva. A se stesso deve la nascita del capo e nel periodo della “gestazione produttiva” ha il tempo di affezionarsene. In questo modo, Good vuole instaurare un processo educativo e culturale del consumatore, che assume un ruolo attivo collaborando all’eliminazione dei deadstock e impattando positivamente sia sull’ambiente sia sul prezzo finale).
Filiera 100% Made in Italy
Ruolo centrale lo hanno anche gli altri attori del “cast” della filiera: Good Sustainable Mood esegue rigorosi controlli su tutti i suoi partner, al fine di creare una supply-chian trasparente e ottimizzata e di conoscere con esattezza ogni elemento che contribuisce alla realizzazione del capo finito. Per la produzione dei capi si appoggia a piccoli laboratori italiani basati nel Nord Italia e concentrati nel raggio di circa 40km dalla sede di Parma, simboli dell’eccellenza del Made in Italy.
Innovazione, sostenibilità e bellezza
La sostenibilità di Good Sustanaible Mood si concretizza, oltre che nel modello di business, anche nella scelta delle materie prime: innovative fibre vegetali certificate GOTS.
Il Global Organic Textile Standard è stato sviluppato da organizzazioni internazionali leader nell’agricoltura biologica, così da garantire al consumatore che i prodotti tessili biologici siano ottenuti nel rispetto di stringenti criteri ambientali e sociali applicati a tutti i livelli della produzione, dalla raccolta in campo delle fibre naturali alle successive fasi manifatturiere, fino all’etichettatura del prodotto finito.
Ottenuta dagli scarti della filiera alimentare del latte, è un materiale completamente ecologico brevettato da un ingegnere bresciano negli anni ’30. Attraverso moderne tecniche di lavorazione si trasforma in un tessuto leggero (a parità di tessuto, il peso è del 10% inferiore rispetto alla seta e del 13% rispetto al poliestere), morbido, fresco e luminoso, dalle proprietà benefiche per il corpo. Grazie agli amminoacidi delle proteine casearie nutre e idrata la pelle e stimola inoltre la circolazione sanguigna, anche dopo numerosi lavaggi. Test hanno dimostrato che questo tessuto funge anche da schermo naturale contro i raggi UV.
La fibra si ricava dalla lavorazione della caseina di latte di recupero, cioè scaduto o scartato dai rigidi standard alimentari, che una volta prelevata dai centri di raccolta degli esuberi di produzione, viene trasformata da proteina alimentare a fibra tessile. Questo processo comporta un cambio di forma delle molecole della caseina, che vengono separate dal siero e successivamente isolate e denaturate. A questo punto vengono essiccate per diventare polvere da cui parte il processo di filatura a umido. Segue la tessitura sui macchinari per ottenere il tessuto che viene poi spurgato dalla lavorazione grezza, attraverso un lavaggio senza detergenti. I tessuti a base di latte non solo ‘riciclano’ il latte sprecato e inutilizzabile, ma risparmiano l’acqua: se ne utilizza solo un litro per realizzare un chilo di fibra di latte, a fronte dei 50 utilizzati per il cotone.
Una fibra tessile morbida e luminosa certificata ECOVEROTM, estratta dalla polpa del legno di faggio proveniente da foreste gestite responsabilmente. Le fibre viscose con marchio ECOVERO ™ sono prodotte solo da fonti di legno certificate e controllate con un uso notevolmente inferiore di energia fossile e di risorse idriche, fino al 50% in meno rispetto alla viscosa generica.
Attraverso un trattamento esclusivo, frutto di una forte esperienza artigianale e dell’utilizzo di tecnologie avanzate, si arriva a un tessuto sostenibile durevole nel tempo, più assorbente e resistente rispetto al cotone, traspirante come il lino e delicato e morbido come la seta. La fibra di legno si distingue inoltre per le sue capacità di termoregolazione e traspirazione, che permettono di assorbire l’umidità in misura superiore a qualsiasi altro tessuto, e per la resistenza ai lavaggi frequenti, preservando bellezza e morbidezza del capo.
Fibra di origine vegetale estratta dalla pianta del Kapok, che nasce spontaneamente nelle zone tropicali (esiste anche una piccola coltivazione italiana) senza l’uso di concimi o prodotti chimici. Estratta a mano dai baccelli della pianta, non necessita di colture intensive e la coltivazione senza l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi ne consente uno smaltimento ecologico e naturale. Simile al cotone nell’aspetto ma 6 volte più leggero, il kapok è particolarmente adatto a chi soffre di allergie, grazie all’azione termoregolatrice svolta dall’aria all’interno della fibra cava.
Uno dei cotoni più pregiati al mondo, prodotto nelle regioni di Piura e Chira in Sud America. La raccolta, effettuata rigorosamente a mano per selezionare solo i bioccoli pienamente maturi, si porta a termine in tre riprese, seguendo la fioritura della pianta che comincia sui rami bassi (dove ci sono i fiocchi migliori) e garantendo così la qualità della fibra. Questo cotone è apprezzato per la sua straordinaria morbidezza, la delicata lucentezza, la resistenza all’usura e al pilling.
Caratterizzata da una morbidezza setosa e da un’incredibile leggerezza, viene prodotta dall’estrazione della polpa del legno di alberi di eucalipto coltivati da aziende certificate dalla Forest Stewardship Council (FSC), che ne garantiscono la certificazione TENCEL™ Lyocell. I capi in questo tessuto possiedono un’ottima resistenza, elevata traspirabilità ed un eccellente potere di assorbimento dell’umidità (circa il 50% maggiore rispetto al cotone). La struttura porosa della fibra facilita il passaggio di una maggior quantità di aria, creando un ambiente ostile allo sviluppo di batteri e acari. Da non tralasciare il fatto che si asciuga molto rapidamente e non necessita della stiratura.
L’attenzione verso materie prime sostenibili di Good Sustanaible Mood è rivolta anche al packaging: solo carta certificata FSC e inchiostri vegetali che garantiscono una riduzione dei Cov (composti organici volatili), una maggiore facilità nel riciclo dei prodotti stampati e una tossicità minima.
DESIGN ESSENZIALE E SENZA TEMPO
Sostenibilità e bellezza hanno entrambe importanza per Good Sustainable Mood. E’ il design dei capi ad adattarsi alla qualità e non viceversa: T-Shirt semplici nelle forme e in tinta unita, che si possono utilizzate in occasioni diverse, anche per 10 anni, grazie alla resistenza dei materiali utilizzati e alle tecniche impiegate.
La scelta della tecnica del tinto capo per la colorazione non è infatti dettata da un’esigenza estetica, ma deriva dalla volontà di ottimizzare la produzione. Normalmente per produrre un capo si acquista un tessuto già colorato in una quantità minima definita dai fornitori, che spesso eccede da quella effettivamente necessaria. Il surplus finisce per essere buttato o al contrario viene messo egualmente in produzione, generando invenduto. E’ per questo che Good Sustainable Mood acquista il tessuto grezzo, tingendolo solo dopo aver confezionato il capo, evitando sprechi di tessuto e colore, oltre a poter scegliere in qualunque momento di produrre modelli e colori nuovi.
Questo sistema non pregiudica in nessun modo la gestione dei capi per i consumatori. Tutti i capi possono essere lavati in lavatrice (unica accortezza la richiede la fibra di latte nel lavaggio con il programma seta), senza la necessità di portarli in lavanderia. Sicuramente un metodo più economico e rispettoso dell’ambiente, considerando anche il fatto che le T-shirt sono per loro natura capi usati quotidianamente e che dunque richiedono un lavaggio frequente.
Dopo il grande successo nella rete wholesale al lancio della prima collezione nel 2019, la collezione della scorsa primavera è stata accolta con grande successo in una selezionata rete di negozi principalmente dislocati nel Nord Italia; mentre grazie all’E-commerce appositamente lanciato il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, adesso è possibile acquistare i capi di Good anche da tutta Europa.