Sarebbe ingiusto non riconoscere che la reperibilità degli arredi sostenibili in un mercato sempre più globalizzato stia oggi finalmente rispondendo alla tanto attesa maturazione ecologica delle società occidentali. Le aziende di tutto il mondo, infatti, hanno dovuto revisionare codici etici, processi di produzione e logistica. Tuttavia, così come abbiamo avuto modo di riscontrare con Vibrazioni Art Design, combinare il ricorso a materiali naturali o riciclati con una filosofia progettuale che ripensi i prodotti in vista del loro percorso di vita non è del tutto comune. Deanna Comellini, però, ha basato il suo business aziendale proprio sulla produzione di tappeti che, ecosostenibili per produzione, integrano sapere artigiano e qualità di progetto per farsi massima espressione della cultura di un luogo. È così che delle superfici spesso trascurate riescono ad acquisire valore ed essere tramandate, riusate dunque, estendendo il proprio ciclo di vita. Esploriamo, quindi, insieme l’umanesimo ecosostenibile di GT DESIGN.
Cos’è G.T.DESIGN e come ha reso i tappeti degli oggetti simbolo del design sostenibile?
In poco più di quarant’anni, G.T.DESIGN ha dedicato passione, rigore e competenza al riconoscimento del tappeto come uno dei protagonisti della disciplina del design. Oltre che dello scenario domestico quotidiano, ovviamente! Consapevole, infatti, di come la tessitura sia da millenni una delle principali espressioni di innovazione tecnologica e d’identità culturale della storia di un popolo, Deanna Comellini, fondatrice e direttrice creativa del brand, ha costruito il suo piccolo impero attorno ad un complemento d’arredo generalmente poco considerato. Per lei, infatti, progettare un tessuto calpestabile equivale a definire uno spazio leggero, permeabile ed aperto. Una visione decisamente lungimirante. Se si pensa che ora i designer di ogni generazione stanno iniziando a considerare la flessibilità degli spazi uno dei parametri chiave della progettazione sostenibile.
Comellini, inoltre, ha sin da subito svincolato la produzione del tappeto da qualsivoglia ambizione commerciale. Da sempre, la sua impresa modenese ha, di fatto, evitato che la mission aziendale finisse per coincidere con una produzione maggiorata di oggetti. Piuttosto, per lei, essere un marchio significa perseguire un sogno alimentato da valori condivisibili con i quali dare forma, di volta in volta, ad una nuova ricerca. Ed è proprio questo sguardo libero rispetto alle esigenze “commerciali ad ogni costo” ad aver rappresentato per G.T.DESIGN un grande strumento di innovazione e studio.
E chi è Deanna Comellini e quali innovazioni ha introdotto nel mondo/arte del tappeto?
Considerando il tappeto come l’elemento primo attorno a cui si costruisce l’atmosfera domestica, Deanna Comellini ha deciso dal ‘74 di fare dell’arte del tappeto il suo scopo progettuale ed aziendale. Da una prima riflessione condotta sui materiali ad alto riscontro tecnologico, la sua ricerca si è, infatti, trasformata in una vera e propria filosofia produttiva. Agli anni ‘80 risale la volontà di scoprire e salvaguardare le tecniche tradizionali di varie culture internazionali. Da lì, la sua attenzione si è rivolta all’”hand made”, ai materiali naturali, al colore e alle forme elementari. È così che, poi, negli anni ’90, ha reinventato la presenza del tessile nell’interior design, generando nuove filiere produttive.
Al centro dell’indagine sulle modalità di progettazione e di lavorazione delle fibre tessili ci sono materie naturali come il lino, il cocco, il bamboo, la pura lana, la canapa, la seta e materie di derivazione naturale come il tencel. Ma, al di là della raffinatissima ricerca sull’alta qualità dei materiali naturali o la prestanza dei filati tecnici, è l’idea stessa del ripensare l’oggetto tappeto che segna la storia della designer. La critica Cristina Morozzi ha, proprio per questo, definito Comellini una designer avvezza a carezzare le materie naturali per rivelarne i palpiti e ristabilire il legame tra il corpo del consumatore e la terra che lo ospita. . “Deanna tesse tappeti che hanno le vibrazioni dell’atmosfera, l’arsura della terra, le morbidezze dei muschi, la lucentezza delle acque, il calore del sole, il vibrare delle fiamme”.
E questo, per quanto puramente solo poetico, non è un dettaglio trascurabile per un ambito, quello del design del prodotto, che esce da un periodo in cui le tendenze osannavano l’estetica dell’over-consumption globalizzata.
Ma in che modo, però, la sua impresa merita di essere menzionata quanto a impegno ecosostenibile?
Fin qui, probabilmente, l’impegno per il rispetto dell’ambiente di G.T.DESIGN è emerso solo in chiave puramente creativa. In realtà, questo è parte integrante del suo processo produttivo. Qualcosa di istintivo che fa parte tanto del lavoro quanto della vita quotidiana della sua fondatrice. In G.T.DESIGN, Comellini ha privilegiato l’uso di materiali naturali con cicli produttivi a basso impatto ambientale, caratterizzati dall’utilizzo di materie facilmente rinnovabili e che non richiedono l’impiego di grandi quantitativi di acqua. Tutte lavorazioni comportano basse emissioni di Co2 e prevedono l’utilizzo di tinture realizzate con coloranti atossici azo-free. Anche per quanto riguarda il packaging, utilizzano materiali naturali o, se sintetici, ne certificano la totale riciclabilità.
Nel 2008, poi, ha acquistato un terreno nell’area del Modenese dove sono stati piantati 1000 alberi. L’idea nasce dal desiderio di riqualificare una parte del territorio sfruttato da coltivazioni intensive, prendendo spunto da paesaggisti contemporanei come Gilles Clément. Questi creano spazi in cui la natura viene lasciata libera di esprimersi, senza costrizioni, per diventare un ambiente accogliente e avvolgente per animali e persone. Lì G.T.DESIGN si è impegnata a creare un bosco che fungesse da piccolo polmone dell’area. Per la designer, infatti, la natura, rispettata e assecondata, crea paesaggi di un fascino e di una complessità sorprendenti, tali da risvegliare la coscienza di un uomo sempre più distratto ed ego-riferito.
E in che modo, poi, le collezioni di G.T.DESIGN valorizzano i materiali naturali?
Come accennato, G.T.DESIGN vuole aprire a nuove prospettive sociali, etiche ed emotive del prodotto di design. Non avere paura della semplicità e lasciar parlare materia e colore. È proprio per questo che il brand ricerca e sperimenta nuove modalità di progettazione e di lavorazione delle fibre tessili. Al centro della loro indagine, infatti, ci sono materie naturali la cui lavorazione artigianale mira proprio ad esaltarne l’imperfezione e la vitalità sensibile.
La collezione Coconutrug, ad esempio, esalta la ruvidità, l’efficacia termoisolante, antistatica, rinnovabile e biologicamente stabile della fibra di cocco. Kama e In-Touch sono invece in viscosa e tencel, materiali brillanti come la seta, eco-compatibili e riciclabili in quanto derivati dalla cellulosa.
La canapa è invece utilizzata nella linea di tessuti per Hotel MeatPacking Antique Hemp, in quanto protagonista, per le sue qualità ecologiche, di un reintegro produttivo sostenibile. Seguono le collezioni in bamboo, lino e seta, tutte personalizzabili con campionature colori uniche ed esclusive.
Perché dunque leggiamo il lavoro di Deanna Comellini come l’incipit di un nuovo umanesimo domestico?
Concependo i tappeti come aree verdi all’interno della casa, dunque, Deanna Comellini ha coniato un nuovo modo di guardare un semplice complemento di arredo come fosse un’area di spazio essenziale dell’abitare. Un elemento che, sembrando di sabbia, muschio, acqua, fuoco o nuvole, eleva la casa ad un posto in cui sentirsi liberi dai problemi dell’abitare stesso. Ma ad interessarci, alla fin fine, è il fatto che, usando materiali naturali e fibre performanti di alta qualità, G.T.DESIGN esce dalle logiche della mera produzione industriale. La loro lavorazione artigianale, infatti, esalta l’imperfezione e la vitalità sensibile dei filati naturali proprio per evidenziarne l’unicità. Perché, in ultimo, è li che risiede quel valore che, di contrasto alle logiche dell’usa-e-getta, rende dei volumi riciclati o riciclabili degli oggetti davvero sostenibili.